In un anno l’Atac incassa 200 milioni di euro in meno di quanto spende. È il dato di previsione di chiusura del 2012 e non è l’unico a delineare la sofferenza della più grande azienda di trasporto pubblico locale italiana. Altro fronte: la razionalizzazione delle linee. Attualmente sono 260, ma il 33 per cento dei mezzi viaggia semivuoto: l’obiettivo è arrivare a 85 linee principali che costituiscano l’«architrave del trasporto pubblico romano» insieme alla metro. La situazione economica-finanziaria - illustrata l’altro giorno in consiglio comunale dall’assessore alla Mobilità, Guido Improta - delinea la mappa del profondo rosso: c’è un indebitamento da 300 milioni verso le banche. Atac deve pagare ai fornitori 440 milioni. Si aggiungono i 470 milioni di debiti con la gestione commissariale. L’Atac ha ricavi per 600 milioni di euro: solo 190 sono il frutto della vendita dei biglietti e dalla gestione dei parcheggi; altri 262 dipendono dal contratto di servizio di Roma Capitale e 55 da quello con la Regione, per le ferrovie concesse. Le spese per il personale sono di 330 milioni di euro. Ultimo dato allarmante: il 30-35 per cento dei passeggeri non paga il biglietto per questo si punta a rafforzare la lotta all’evasione.
LA FRANA
Secondo Importa «negli ultimi cinque anni, mentre maturavano le condizioni del dissesto gestionale di Atac e si determinavano anche scenari di ristrettezze finanziarie per il trasporto pubblico locale in tutto il Paese, non sono state adottate quelle iniziative necessarie per invertire la rotta». La relazione di Improta indica anche problemi strutturali: la fusione con Trambus e Metro non ha dato effetti positivi; sono mancati gli investimenti; l’età media della flotta, come ha già denunciato l’ad dell’Atac, Danilo Broggi, è molto elevata.
Improta, proprio in un’intervista al Messaggero, aveva preannunciato un taglio delle linee inutili. Nella relazione è entrato più nel dettaglio definendola «riorganizzazione delle linee di superficie». Alcuni dati: «Molte delle 260 linee attuali viaggiano scariche anche nelle ore di punta considerato che il 33 per cento della produzione ha indici di carico massimo inferiore al 35% per cento della capacità». In altri termini: un autobus su tre viaggia semivuoto. «È possibile riprogrammare i servizi in termini di percorso - fermate - frequenza - capacità individuando 85 linee principali che insieme alla rete su ferro possano costituire l’architrave del sistema dei trasporti romano».