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Pescara, 16/05/2025
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14/11/2013
Il Messaggero
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Tangenti in Abruzzo - De Fanis, il bancomat della cultura. Tangenti e champagne. L’assessore arrestato lunedì dal Gip. Deleghe a Chiodi, il Pdl lo scarica. Le intercettazioni: «Pagate questi 500 mila euro, devo ricandidarmi». Un video come prova |
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PESCARA E' fissato per lunedì prossimo l'interrogatorio di garanzia da parte del gip Mariacarla Sacco che ha firmato la misura cautelare per l'assessore regionale alla cultura, Luigi De Fanis, per la sua segretaria, Lucia Zingariello (entrambi ai domiciliari), per la dirigente regionale Rosa Giammarco e per il presidente dell'Associazione Abruzzo Antico, Ermanno Falone (questi due ultimi con obbligo di dimora: a tal proposito da registrare la correzione sulla notifica per la Giammarco per cui l’obbligo di dimora è stato ristretto a Pettorano sul Gizio, Comune di residenza). Sarà l'occasione per chiarire la propria posizione soprattutto per il principale protagonista, l'esponente Pdl titolare dell'assessorato finito nel mirino del Pm Giuseppe Bellelli. Concussione, peculato e truffa aggravata sono reati pesanti per un pubblico amministratore che comunque, attraverso il suo legale, smentisce di aver mai preso mazzette. E invece, secondo l'accusa, lo avrebbe fatto e sarebbe stato denunciato dalla stessa vittima, il musicista Andrea Mascitti. Una gestione allegra dei fondi destinati alla promozione degli eventi culturali che De Fanis avrebbe gestito in maniera tale da avere un proprio tornaconto economico: tu gonfi le spese dell'evento e la differenza ce la dividiamo, questo in sintesi il messaggio per gli imprenditori culturali che si rivolgevano al suo assessorato. LA «MALEDETTA» DISPOSIZIONE
Per la procura De Fanis sapeva benissimo che non poteva gestire autonomamente quei fondi perché era intervenuta una nuova norma regionale, la norma 43, che affidava la gestione ad altri e precisamente al servizio della direzione dei parchi. Tanto è vero che ci sono più intercettazioni che comprovano il dissenso manifestato da De Fanis per questo motivo. «Oltre tutto dentro la determina ci stanno le lettere dell'assessore che dice di dare i soldi a tizio oppure a caio, io non le voglio neanche vedere», dice al telefono all'assessore Marina Marino, dirigente della ragioneria generale della Regione. Una rasoiata sulle pretese microaccaparratorie dell’assessore vorace. Ma c'è di più e lo scrive il giudice nell'ordinanza. «De Fanis discute nuovamente con Paolo Antonetti, dirigente del servizio beni culturali della Regione, su come procedere all'erogazione dei contributi ovvero, tramite delibera di giunta o meglio "...se si forma una commissione, non si può fa?" e Antonetti risponde "...una commissione non ha i poteri, i criteri non se li può fissare la commissione". Ma la premessa di De Fanis è "...o facciamo una delibera o facciamo una commissione, ma noi dobbiamo andare avanti, noi abbiamo 500 mila euro che dobbiamo dare, vedi un po' perché senno qua io non mi posso ricandidare"». DELIBERA, NO GRAZIE
De Fanis, secondo l'accusa, vuole a tutti i costi evitare la delibera e lo dice chiaramente sempre ad Antonetti: «Evitiamo pure la delibera»; Paolo: «Non lo so perché la giunta deve predisporre...possiamo evitare che la giunta fa nome e cognome»; De Fanis: «Eh, va bene va bene». Non contento l'assessore chiama anche il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano: «Nazà ma che cazzo avete combinato...con questa delibera tua la Corte dei conti mi mette le manette, ma lo potevamo concertare insieme»; Pagano: «Gigi io credo che non si possa fare sempre...(e qui la procura mette un omissis ndr), bisogna capire cosa bisogna fare per poter erogare questi contributi. Comunque Gigi sappi, io sono a tua completa disposizione, per me innanzi tutto l'amicizia, in secondo luogo la soluzione di problemi, figurati se io mi metto a creare problemi a te».
Deleghe a Chiodi, il Pdl lo scarica
PESCARA Nel Pdl prevale la linea garantista dopo l'arresto dell'assessore regionale alla cultura Luigi De Fanis. Il governatore Gianni Chiodi esclude al momento un rimpasto in giunta in attesa che l'inchiesta aperta dalla procura di Pescara faccia il suo corso, ma è molto probabile che sia proprio lui ad assumere ad interim le deleghe di De Fanis sino alla fine della legislatura. Deleghe che al momento sono state congelate. Queste le notizie che filtravano ieri in Regione tra imbarazzi, smarrimento e attesa. Sino a lunedì non dovrebbe accadere nulla nell'esecutivo-Chiodi, a meno che non sia lo stesso De Fanis a fare un passo indietro. Poi ci sono gli aspetti personali che coinvolgono molti colleghi di partito dell'assessore. Gianfranco Giuliante, assessore regionale alla Protezione civile, avrebbe preferito rispondere alle domande sul maltempo piuttosto che affrontare il caso De Fanis, ma non si tira indietro: «C'è sbigottimento tra di noi, perché la persona che abbiamo conosciuto esce travisata dalle notizie di queste ore. Speriamo chiarisca: per quel che riguarda il suo ruolo in giunta, immagino che si debba valutare la sua disponibilità a rimettere il mandato». Anche Giuliante, come il consigliere regionale Riccardo Chiavaroli, esclude tuttavia un rimpasto in giunta, anche per motivi di opportunità: le fibrillazioni che si potrebbero creare nella maggioranza a sei mesi dal voto. Lo stesso Chiodi non avrebbe alcun interesse ad agitare troppo le acque in vista di un altro appuntamento vicinissimo: l'assemblea nazionale del Pdl di sabato prossimo, dove nessuno sa ancora bene cosa accadrà nel partito di Alfano e Berlusconi. Poi c'è il parlamentare Fabrizio Di Stefano, oggi militante del Pdl ma anche lui teatino e proveniente da Alleanza nazionale come l'amico De Fanis: «Resto attonito dalle notizie che apprendo dalla stampa. Conosco l'assessore De Fanis e sono convinto che, nel rispetto del lavoro dei magistrati, saprà chiarire tutto. Mi dispiace ancora di più che questo sia accaduto nell'anniversario della tragica scomparsa del figlio». Nel novembre del 2007 il figlio dell'assessore, Orazio, perse la vita in un incidente stradale. Un colpo durissimo per la famiglia. Un anno dopo, nel dicembre 2008, De Fanis veniva eletto in Consiglio regionale con quasi 6.000 preferenze e lasciava l'assessorato alla Sanità al Comune di Atessa, dove era stato nominato in virtù della sua professione di medico ortopedico. Sorpreso anche il consigliere regionale Lorenzo Sospiri: «Davvero incredibile le accuse che ho letto sui giornali. Se dovessero essere confermate ci troveremmo di fronte ad un fatto grave. Aspettiamo la verità processuale senza pregiudizi, ma certi episodi fanno riflettere».
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