Cresce di intensità la mobilitazione di Cgil Cisl e Uil per cambiare la manovra. Mercoledì è stato il turno di Lazio e Toscana, con decine di migliaia di persone in piazza a Roma, a Firenze e nelle altre province. Il 14 e 15 si ferma il resto del paese
Cresce di intensità la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per cambiare la legge di stabilità. Oggi, mercoledì 13 novembre, dopo le prime fermate dei giorni scorsi (Cosenza e Basilicata), lo sciopero arriva toccare regioni importanti come Lazio e Toscana con numerose manifestazioni a livello provinciale.
A Roma migliaia di lavoratori sono raccolti per il corteo unitario che si conclude in piazza Santi Apostoli attraversando il centro della città. Due gli striscioni sono apparsi alle prime luci del mattino al Pincio e davanti al Colosseo per dire con chiarezza che questo“non è un paese per giovani" e che la legge di stabilità è inadeguata. Un'azione in continuità con i volantinaggi notturni di questo fine settimana nei principali luoghi di aggregazione giovanile della capitale, attraverso i quali è stata ricordata la gravità di alcune problematiche: disoccupazione giovanile, precariato, l'assenza di ammortizzatori sociali per alcune categorie di lavoratori. In piazza anche a Rieti, Latina, Viterbo e Frosinone.
Decine di migliaia di persone rispondono in Toscana all'appello dei sindacati scendendo in piazza in tutti i capoluoghi della regione, dove si sono svolti presìdi e comizi: dalla “catena umana” di Piombino fino al lungo corteo sfilato per le strade del centro di Firenze e culminato in piazza Ognissanti. I sindacati avevano indetto lo sciopero unitario con l'obiettivo di cambiare la Legge di Stabilità che il governo sta varando. “Più equità e più giustizia”, “no a far pagare il conto sempre al lavoro dipendente e ai pensionati”, “meno tasse sui lavoratori”, alcune tra le richieste arrivate dalle piazze.
A Firenze i lungarni si sono riempiti di persone, bandiere e musica, fin dall'inizio della manifestazione (ore 9,30), e nel comizio in piazza Ognissanti è stata lasciata la parola, tra gli altri, a un operaio della Pirelli di Figline, Marcello Gostinelli della Fiom Cgil. A Piombino, nel mezzo della suggestiva “catena umana” dove migliaia di persone si sono prese per mano, erano presenti anche centinaia di studenti, che indossavano la maglietta con la scritta “Piombino non deve chiudere” a sostegno della locale acciaieria Lucchini.
A Massa, al termine di un corteo lungo e composito, ha concluso il comizio Nicola Nicolosi, segretario nazionale Cgil: “Il messaggio che arriva dalle nostre manifestazioni è chiaro - spiega -: i temi del lavoro, della crescita, dello sviluppo, dell'occupazione e delle pensioni sono quelli più sentiti dalla gente. Il lavoro va rimesso al centro, ora chiediamo alla politica di tirare fuori quel coraggio che finora è mancato”. “Una risposta che afferma le nostre ragioni al di là di ogni aspettativa. Ora sta al governo trarne le conseguenze”, commenta il numero uno della Cgil Toscana Alessio Gramolati.
Tra il 14 e il 15 lo sciopero coinvolgerà tutto il resto del Paese. Giovedì si fermerà in particolare la Liguria, con manifestazioni provinciali (a Genova concentramento alle ore 9 presso la Stazione Marittima di Via Ponte dei Mille), ma anche un pezzo importante di Veneto (Verona, Belluno e Treviso). Infine, venerdì 15 sarà la volta di Abruzzo, Sardegna, Puglia, Piemonte, Campania, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Emilia Romagna, Umbria e di buona parte del Veneto, della Calabria e della Lombardia.
Tra le tante manifestazioni previste segnaliamo quelle di Torino (ore 9.30 concentramento in Piazza Vittorio Veneto, corteo con arrivo in Piazza Castello), Palermo (concentramento ore 10.30 Piazza Massimo e corteo fino alla Prefettura), Cagliari (sit-in davanti alla prefettura dalle ore 10.30 alle ore 14.00) e Milano (corteo da via Palestro a Piazza della Scala ore 9.30, dove interverrà anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil). Per un quadro più dettagliato delle varie iniziative si può consultare questa scheda sul sito della Cgil.