Non sono bastati i 30 milioni di euro che Atac nel 2003 ha versato alla società australiana Erg Limited per acquistare un sistema di bigliettazione elettronico già vecchio di 4 anni, che non rispondeva ai requisiti di sicurezza previsti nel capitolato di gara e privo dei codici sorgente che servivano a gestire in modo autonomo il software, svincolandosi dalla dipendenza verso il fornitore. Tre anni dopo, un altro appalto milionario è stato concesso alla Erg, senza indire una gara pubblica, da un’altra azienda del trasporto pubblico locale, per comprare lo stesso sistema fallato, che a oggi non è ancora entrato in funzione. Stiamo parlando della Compagnia Trasporti Laziali, meglio nota come Cotral.
Il 2 agosto 2006 la Giunta regionale (governatore Piero Marrazzo) approva la delibera n.508 con la quale vengono stanziati 20 milioni e 500 mila euro più iva per estendere il sistema elettronico di bigliettazione su tutto il territorio del Lazio. «Considerata l’eccezionale urgenza - si legge nella delibera - di procedere all’eliminazione dei titoli di viaggio cartacei e di dotare il trasporto regionale di un sistema interoperabile con quello acquistato da Atac», salta la procedura della gara pubblica. L’obiettivo è chiaro: entro il primo agosto del 2007 i biglietti cartacei dovranno sparire dalla circolazione. Siamo alla fine del 2013 e i biglietti cartacei sono ancora in circolazione. Mentre i 1.200 Pos (macchine da banco che emettono i titoli di viaggio) non sono mai stati distribuiti a tabaccai e giornalai del Lazio. Nel frattempo, però, 20,5 milioni di euro (con l’iva quasi 25 milioni) sono usciti dalle casse della Regione e sono entrati in quelle dell’australiana Erg.
A fare da garante doveva essere Atac. Il 4 settembre 2006 Cotral le affida il mandato di sottoscrivere con Erg il contratto d’appalto e di controllare che l’installazione delle apparecchiature di vendita e validazione dei ticket avvenga entro 15 mesi. L’azienda regionale si «serve» di quella comunale «in virtù - spiega l’atto di mandato - delle sue conoscenze operative e gestionali, acquisite con l’internalizzazione del sistema di bigliettazione». Nel documento viene specificato che «nessuna delle parti sarà responsabile di ritardi e inadempimenti». Una mano lava l’altra. E pensare che già nel contratto di «outsourcing» sottoscritto il 25 agosto 1999 tra Atac ed Erg era previsto che la società australiana estendesse il sistema di bigliettazione all’intero territorio regionale. Non se n’è mai fatto nulla perché Cotral contestò alla municipalizzata di avere il mandato per firmare quel contratto. Salvo poi affidarglielo alcuni anni dopo (nel 2006, appunto) per comprare un sistema che era vecchio di 7 anni a 20,5 milioni di euro. Oggi chi acquisterebbe un computer del 2006 al prezzo del 2013? La Regione l’ha fatto, con i soldi dei contribuenti.
Un’altra spesa folle è stata quella dei palmari che verificano se un biglietto è autentico o clonato. Atac ne ha comprati, anche per conto di Cotral, 180 nel 2007 e altri 1.000 nel 2012. Attualmente non se ne vede nemmeno in dotazione ai controllori. In realtà sui pullman regionali non si vedono nemmeno i controllori. L’evasione tocca punte impressionanti. I carabinieri di Latina l’hanno messo nero su bianco in un’informativa destinata alla Corte dei Conti. In tutta la rete regionale ci sono soltanto 50 «verificatori». Una squadra costa in media 433 euro al giorno: circa 43 euro per ogni pullman controllato. Per risparmiare questi soldi e incassare 1.800.000 euro dal contrasto all’evasione, basterebbe far eseguire agli autisti dei mezzi blu il «controllo a vista» ogni volta che un passeggero sale a bordo. Lo prevede il contratto collettivo della categoria. Ma qualcuno in Cotral non ha voluto frenare le assunzioni.