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Pescara, 16/05/2025
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14/11/2013
Corriere della Sera
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Strage di Viareggio, al via il processo. Lo Stato non si costituisce parte civile. Sono 33 gli imputati, fra cui l'amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti. |
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LUCCA - «Vogliamo verità, sicurezza e giustizia». Le foto dei familiari delle vittime della strage di Viareggio sfilano sui cartelloni portati dai loro familiari. Un corteo di dolore e di rabbia che arriva fino al Polo Fiere di Sorbano, a Lucca, dove si è aperto il processo per il disastro del 29 giugno 2009, che conta 33 imputati fra cui l' ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, con accuse a vario titolo che vanno dal disastro ferroviario colposo all'incendio colposo, fino all'omicidio e lesioni colpose plurime. In apertura dell'udienza l'avvocato di Stato Gianni Cortigiani, che rappresenta la Presidenza del Consiglio dei ministri e i Ministeri dell'Ambiente e degli Interni, annuncia che lo Stato non si costituirà parte civile. L'avvocato ha spiegato che fra lo Stato e le assicurazioni di Fs e Gatx (la società proprietaria del convoglio che deragliò) «c'è una transazione in fase di definizione» per un risarcimento che il legale definisce «sostanzioso». «Lo Stato se ne frega dei 32 morti e se ne frega di avere la verità» commenta Daniela Rombi, presidente dell'associazione «Il mondo che vorrei». «È vergognoso» tuona Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista.
Il corteo dei familiari delle vittime
Prima di entrare nell'aula, i familiari hanno dato a un corteo, accompagnati da una delegazione di parenti delle vittime della tragedia - Moby Prince e di quelli della Breda. «Lottiamo - dice Rombi - perché sono i nostri cari a darci la forza. Non possiamo nascondere una certa agitazione, ma vogliamo credere in una Giustizia con la "G" maiuscola. Noi ci siamo e ci saremo sempre, fino alle fine». Poi un pensiero a Moretti e gli altri imputati. «Li guarderemo in faccia - ha chiarito Rombi -, eccome se lo faremo. Non siamo certo noi a dover avere paura di uno sguardo». Rombi ha ricordato con un megafono i nomi delle 32 vittime del rogo scaturito da una fuoriuscita di gas da uno dei vagoni del treno deragliato a poche centinaia di metri di distanza dalla stazione di Viareggio. L'elenco dei nomi di battesimo, uno ad uno, concluso da un lungo applauso. Presenti anche il sindaco di Viareggio Leonardo Betti, che si è detto «pienamente fiducioso nell'operato della giustizia, pur comprendendo le ansie dei parenti». A fianco di Betti, il collega lucchese Alessandro Tambellini e il presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli. Attorno alle 9,40 l'ingresso nell'aula di tribunale e il via a uno dei processi più attesi, anche a livello mediatico, degli ultimi anni, come confermato dalla presenza di telecamere da tutta Europa.
Sono 30 i milioni di euro gestiti dal commissario, ruolo ricoperto dal presidente della Regione Enrico Rossi, per la ricostruzione di Viareggio, in seguito ai danni provocati dal disastro ferroviario del 29 giugno 2009. La somma comprende 10 milioni destinati alla cosiddetta legge Viareggio, per un primo risarcimento ai familiari delle vittime e ai feriti gravi. A questo si devono aggiungere 20 milioni che sono serviti per la ricostruzione del quartiere devastato dallo scoppio e per la sistemazione in altra zona degli abitanti che non si sono sentiti di tornare la dove c'erano le loro case poi andate distrutte. Fra le altre spese che hanno riguardato enti pubblici ci sono circa 1,8 milioni sostenuti dalla Regione.
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