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Pescara, 16/05/2025
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Data: 14/11/2013
Testata giornalistica: Il Centro
I quattro presidenti «Coi tagli le Province entrano in crisi». Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila protestano unite: «Non possiamo garantire servizi con 29 milioni in meno»

PESCARA E' denominato "Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio", ma in realtà il provvedimento del Governo comporta una riduzione di risorse pari a 29 milioni di euro, di cui le Province abruzzesi dovranno fare a meno nel 2013. I presidenti dei quattro enti, allora, tornano a criticare l'operato dell'Esecutivo nazionale, ricordando il ruolo «essenziale» svolto dalle Province. Al centro delle polemiche c'è il Decreto legge numero 126 del 31 ottobre del 2013. Si tratta di «un ulteriore mazzata per le Province abruzzesi, in aggiunta a quelle già ricevute nei mesi e negli anni precedenti», secondo i quattro presidenti, Enrico Di Giuseppantonio (Chieti), Antonio Del Corvo (L'Aquila), Guerino Testa (Pescara) e Valter Catarra (Teramo), che tornano ad alzare la voce contro il Governo per le «enormi ricadute negative» causate dal provvedimento. Le proteste contro i tagli e l'allarme sulla mancanza di risorse per garantire i servizi essenziali, d'altronde, vanno avanti da tempo. «Troppo spesso», evidenziano i quattro presidenti, «ci si dimentica che quando si parla di Province si fa riferimento a servizi essenziali, voci di spesa incomprimibili come quelle per la gestione delle scuole, per la manutenzione delle strade e per i servizi sociali. Ci tocca fare quotidianamente i salti mortali per mettere le pezze in modo da garantirne l'erogazione con sempre meno fondi a disposizione, anzi potendo contare ormai quasi solo sulle nostre risorse. Non sappiamo più cosa dire ai cittadini, che giustamente pretendono qualità e trasparenza», aggiungono Di Giuseppantonio, Del Corvo, Testa e Catarra, «mentre oggi sono costretti a transitare lungo strade in alcuni casi ridotte a colabrodo e a frequentare scuole ai limiti delle norme di sicurezza. Fortunatamente», ironizzano, «nel titolo del Decreto legge si parla di misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali; non osiamo immaginare cosa avemmo dovuto aspettarci se avessero parlato di tagli. A noi», aggiungono, «pare che questa strategia sia anche un modo indiretto e scorretto per sfiancare le Province e renderle deboli anche dal punto di vista dell'opinione pubblica, considerate sempre più enti inutili. Eppure da 150 anni servono il Paese e i cittadini incidendo per l'1,26% sulla spesa pubblica, diversamente da Regioni, Governo centrale e Comuni, che gravano assieme per il restante 98,74%. Ci teniamo a ribadire che non parliamo senza cognizione di causa. Se portiamo avanti le nostre ragioni di amministratori di Province», concludono Enrico Di Giuseppantonio, Antonio Del Corvo, Guerino Testa e Valter Catarra, «non lo facciamo per semplice dovere istituzionale, ma per reale rispetto dell'Abruzzo e dei cittadini abruzzesi».

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