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Data: 15/11/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Teramo-mare crollata, già partiti i lavori. Voragine fotocopia di quella del 2009 costata il processo a quattro big. A Mosciano il Tordino travolge la centrale solare

TERAMO Il nuovo crollo della Teramo mare è una bandiera bianca issata nella malandata Italia del dissesto idrogeologico. Dal 2009 ad oggi due tratti sono franati e uno ha rischiato di sprofondare. Ogni due anni, ad ogni alluvione, un pezzo di superstrada è stato ingoiato dalla furia del Tordino. Probabilmente anche oggi, così come già successo nel 2009 e poi nel 2011, la procura tornerà ad indagare sui materiali impiegati per costruire una strada nel letto di un fiume. Per ora l’unica certezza è che da ieri mattina l’Anas ha iniziato i lavori nel tratto sprofondato che serve per collegare la superstrada a Bellante. E’ stata creata una sorta di piccola diga di sabbia per riportare il corso del Tordino nel suo alveo la cui deviazione avrebbe eroso le “fondamenta” della strada fino a provocarne il crollo: secondo l’Anas una parte della bretella tornerà ad essere percorribile già nei prossimi giorni, ma si tratta di tempi che sollevano dubbi viste le condizioni attuali. Secondo alcuni, infatti, i lavori potrebbero durare più di un mese. E ieri sul posto c’è stato anche un sopralluogo della polizia stradale e uno dell’assessore provinciale alla viabilità Elicio Romandini. Restano le immagini a confronto di due tragedie evitate per un soffio: lunedì notte il crollo qualche ora dopo la chiusura, quattro anni fa la presenza fortunata di una pattuglia della stradale che riuscì a bloccare il traffico. Per il crollo del 22 aprile 2009 due dirigenti dell’Anas e due costruttori sono a processo per frana colposa. Secondo l’accusa quel crollo ci fu perchè l’opera non è stata realizzata seguendo le regole previste per la costruzione di strade vicino ai corsi d’acqua e soprattutto perchè non sono stati usati i materiali adatti a questo genere di interventi. Il processo in corso dirà se è stato così. Una seconda inchiesta, quella aperta dopo l’alluvione del 2011 per un crollo sfiorato nel tratto tra Sant’Atto e Bellante, è stata archiviata. E ieri la Banca dell'Adriatico ha annunciato di aver stanziato un plafond di 20 milioni di euro per finanziamenti a condizioni particolari destinati alle imprese, agli agricoltori, ai piccoli artigiani e commercianti e alle famiglie marchigiane ed abruzzesi che hanno subito danni a causa del maltempo. Il plafond è destinato a finanziamenti a medio lungo termine per il ripristino di strutture danneggiate (abitazioni, capannoni, immobili ad uso agricolo, negozi e uffici), nonché di beni materiali. L'iniziativa è rivolta a tutti i comuni delle Marche ed Abruzzo colpiti dalla forte perturbazione. «Vogliamo essere da subito e velocemente al fianco delle famiglie, degli imprenditori ed in particolare degli agricoltori», ha detto Roberto Dal Mas, direttore generale della banca, «sostenendoli finanziariamente in questo momento particolare e dando un contributo operativo per affrontare le attuali difficoltà».Intanto, nonostante la tregua concessa dal maltempo in queste ore, la situazione resta ancora difficile. Ieri pomeriggio la furia del fiume Tordino ha ingoiato decine di pannelli fotovoltaici a Mosciano.

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