Il maltempo concede un attimo di tregua anche se le previsioni meteo per il prossimo weekend non promettono nulla di buono. «Ci appelliamo al buon Dio» è il commento rassegnato del presidente della Provincia, Catarra: «Ogni evento naturale rischia di diventare catastrofico visto che dal 2009 ne abbiamo avuti ben quattro». Via Milli fa già le prime stime dei danni alle infrastrutture che ammontano a circa 12 milioni e 440 mila euro, più 2,5 milioni che interessano i privati. L’assessore provinciale Elicio Romandini ieri pomeriggio ha riferito in consiglio: «I danni alla viabilità sono enormi e i terreni non hanno più capacità assorbente» ha dichiarato. «I problemi principali si sono concentrati sul Vomano e a Scerne di Pineto, dove per l’occasione abbiamo fatto effettuare un rilascio obbligato nella diga di Piaganini: ora però la situazione può considerarsi sotto controllo. All’inizio dell’evento le strade interrotte erano 15 ora ne sono 8, ma in queste è consentito il transito ai mezzi di emergenza tranne che a Valle Castellana che è ancora del tutto isolata». Romandini dichiara altresì di non voler richiedere lo stato di calamità, «perché - è il suo spunto polemico – già nell’alluvione del 2011, quando avemmo 135 milioni di danni, a Teramo sono arrivate solo le briciole, circa 5 milioni».
Frattanto cresce l’indignazione per il crollo del rilevato della bretella di svincolo del II lotto della Teramo mare, un’opera giovane perlopiù costruita sull’alveo del fiume Tordino e che ha visto negli ultimi anni una serie incredibile di vicissitudini: dalle due frane del 2009 e 2011 fino ad alcune anomalie tra cui banchine più strette del solito, con innesti, sempre nello stesso tratto, molto pericolosi come nel caso di San Nicolò e con un rilevato che ha procurato nel tempo diversi avvallamenti sul manto stradale. aIn molti tratti – spiega l’ex dirigente provinciale alla viabilità Agreppino Valente – la superstrada attraversa l’alveo del fiume più volte, in alcuni casi l’opera è realizzata sul demanio: in questo caso proprio l’alveo ristretto rende il fiume più veloce e dunque con maggior potere erosivo».
A Valle Castellana, in ginocchio e isolata dal resto del mondo, spirano venti di secessione: il vice sindaco, Camillo D’Angelo, che ammicca ad Ascoli, promette manifestazioni eclatanti di forza perché non ne può più dei collegamenti interrotti dalle frane ogni volta che c’è un forte temporale. Isolata anche Pietracamela.