PESCARA - Giovedì pomeriggio il governatore Gianni Chiodi chiama lo studio dell'avvocato Domenico Frattura, difensore di Luigi De Fanis, e il tono è perentorio: «O si dimette o procedo io alla revoca». La sera stessa il musicista Andrea Mascitti spiega, nella trasmissione di Michele Santoro, come funzionava il sistema delle mazzette che ha portato agli arresti domiciliari l'assessore regionale alla cultura e la sua segretaria. Ieri mattina sul tavolo di Chiodi arriva la lettera di dimissioni di De Fanis, che lascia l'incarico in giunta affidando al governatore una memoria di tre paginette scritte di proprio pugno dove c'è di tutto, anche qualche messaggio un po' criptico: «Non posso consentire che soggetti in malafede e mossi da finalità immorali possano strumentalizzare la mia vicenda giudiziaria per tentare di gettare discredito sull'operato dell'intera giunta regionale, e ciò anche in vista delle prossime e imminenti elezioni amministrative». Con chi ce l'ha De Fanis? Intanto, manco a dirlo, con gli organi di informazione: «In questi giorni ho avuto modo di constatare la perdurante e pressante campagna denigratoria portata avanti con violenza da alcuni mass-media nei confronti della mia persona; campagna che, mio malgrado, potrebbe avere ripercussioni negative sull'intero operato e immagine della giunta regionale. Da qui la mia decisione».
«CHIARIRÒ TUTTO»
De Fanis aggiunge "di essere ben conscio di poter fornire nelle opportune sedi giudiziarie i doverosi chiarimenti in relazione ai fatti contestatemi. Ma non posso consentire - scrive ancora nella lettera indirizzata a Chiodi - che una tale vicenda possa colpire non solo la mia persona ma anche l'istituzione che lei rappresenta».
Come già anticipato, sarà lo stesso Chiodi ad assumere ad interim le deleghe dell'ex assessore alla cultura. Di rimpasti in giunta al momento non se ne parla proprio. Primo, perché a pochi mesi dal voto questo potrebbe creare fibrillazioni inopportune all'interno della maggioranza. Secondo, perché nessuno sa ancora bene cosa accadrà dopo l'assemblea nazionale del Pdl fissata per oggi a Roma, destinata a segnare un nuovo corso nel partito di Berlusconi. Semmai, eventuali aggiustamenti nell'esecutivo potrebbero essere funzionali a Chiodi proprio per ricucire lo strappo che tutti danno ormai per certo tra i fedelissimi del Cavaliere e i governativi che in Abruzzo fanno riferimento al ministro Quagliariello. Intanto Chiodi annuncia anche un altro giro di vite, un nuovo regolamento che elimina il potere discrezionale degli assessori sulla gestione dei contributi regionali: «Ho già dato disposizioni per modificarlo, così come ho già fatto per la presidenza».