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Data: 16/11/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
L’autoporto da fonte di sviluppo a simbolo degli sprechi pubblici Stanziato un altro milione per riparare i danni dell’abbandono

SAN SALVO L'autoporto di San Salvo è finito su «Striscia la notizia», la notissima trasmissione televisiva satirica e di denuncia di Antonio Ricci, quale simbolo dello spreco di soldi pubblici in Italia. L’altra sera, infatti, dinanzi a milioni di spettatori, Fabio e Mingo, storici inviati di «Striscia», hanno denunciato la drammatica situazione in cui versa l’autoporto, inaugurato in pompa magna il 6 settembre 2008 e mai entrato in funzione. La struttura, costata 33 milioni di euro, è oggi una cattedrale nel deserto, per di più in balia dei vandali.

Circa 90mila metri quadrati di nulla. Eppure nel settembre 2008 l’allora assessore regionale ai trasporti, Donato Di Matteo, annunciò che la Regione avrebbe individuato, a stretto giro di posta, il partner con cui gestire, per mezzo di una società mista, l’importante struttura, attesa da 20 anni.

«L’autoporto - disse l’allora presidente del Consorzio Industriale del Vastese, Fabio Giangiacomo - non sarà una cattedrale nel deserto, ma un valido supporto per il sistema logistico territoriale, in particolare per i mezzi su gomma, a favore di un'area che va dal Sangro al Basso Molise, comprendendo tutto il sistema "automotive" (Honda, Sevel, Denso, Pilkington) interessato a traffici da e per i Balcani. È già previsto uno sviluppo della struttura, che consentirà alle attività produttive un notevole vantaggio competitivo, con ulteriori magazzini, anche frigoriferi, e un ostello».

L’ultima puntata relativa all’autoporto risale solo al giugno scorso, però, quando la Regione ha stanziato un milione e 300mila euro destinati alla struttura «fantasma» ubicata lungo la Fondovalle Trigno, all’altezza dell’area industriale di San Salvo. Lo stanziamento regionale, impegnato utilizzando i fondi Fas, dovrebbe servire per riparare i danni causati da atti vandalici (cioè riparare i danni ad una struttura più che nuova, intonsa), rimettere in sicurezza la struttura (ancora da rendere operativa), realizzare una strada di collegamento con la zona industriale. Tutto questo mentre l’autoporto, intanto, continua a versare nel degrado, abbandonato a un triste quanto scandaloso destino, senza alcuna proposta operativa per la sua gestione, con buona pace dei soldi pubblici e della decenza.

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