ROMA Parte la caccia al nuovo partner di Alitalia. O almeno è questa l’intenzione dopo lo schiaffo di Air France con il no alla ricapitalizzazione. Questa volta però, dopo le timide avances dei mesi scorsi, si prova a fare sul serio. Con l’obiettivo di chiudere in fretta. Tant’è che un plenipotenziario del governo italiano, che sarà probabilmente accompagnato da un emissario degli azionisti, prenderà lunedì 18 un volo per Dubai per andare a trattare direttamente con i vertici di Etihad. Si tratta, come noto, della compagnia degli Emirati corteggiata da tempo e considerata da Palazzo Chigi e dai soci tricolore, banche in testa, il partner ideale dopo la rinuncia di Parigi a crescere nel capitale.
PRIMA SCELTA
E questo perché Etihad s’integrerebbe alla perfezione con il network Alitalia e, soprattutto, valorizzerebbe al massimo l’hub di Fiumicino, candidato così a diventare una formidabile piattaforma per servire l’area del Mediterraneo, l’Europa meridionale, il Sud America e l’Africa. Si tratta per la verità di un scelta quasi obbligata, maturata la scorsa settimana. La pista russa, seguita senza troppa convinzione, è stata infatti abbandonata. Non restava quindi che aumentare il pressing sulla compagnia del Golfo, sondata dalla Banca Rothschild sin dal mese di settembre. Lo strappo di Air France - anche se qualcuno crede ancora in un clamoroso ripensamento dell’ultima ora - ha accelerato ulteriormente i tempi. La missione che partirà il 18 e che dovrebbe durare un paio di giorni ha infatti uno scopo preciso. Dimostrare - carte alla mano - che Alitalia, grazie al nuovo piano industriale messo a punto dall’ad Gabriele Del Torchio e dal presidente Roberto Colaninno, può essere un affare non da poco. E che lo sviluppo di sinergie industriali è possibile. Non solo. Fiumicino poi è la carta in più per chi, come la compagnia del Golfo, vuole avere uno scalo forte in Europa per crescere e sottrarre passeggeri alla concorrenza. Gli italiani spiegheranno che la cura a base di tagli (almeno 200 milioni) e con non meno di 2 mila esuberi mira a raggiungere il pareggio il prossimo anno e a consegnare una compagnia efficiente al nuovo partner industriale. Per gli Emirati si tratterebbe di sborsare una cifra tutto sommato modesta, intorno a 100-150 milioni di euro, forse anche meno, per assicurarsi una porta in Europa. Secondo quanto risulta al Messaggero, le possibilità di avviare una trattativa seria non sono modeste. Di certo la pre-condizione richiesta da Etihad per sedere al tavolo ora c’è: la rinuncia dei francesi.