Continua a far discutere il crollo della bretella di svincolo di Bellante della Teramo - mare. Il M5S sollecita le autorità giudiziarie ad andare avanti e chiede una commissione d’inchiesta «per individuare e punire i responsabili che dovranno essere chiamati a risarcire in maniera esemplare i danni e disagi arrecati alla collettività». «Non è possibile che una costruzione così recente sia soggetta a crolli simili» è lo sfogo del sindaco di Bellante Mario Di Pietro che però segnala come avvenimento molto più preoccupante un fronte erosivo di una decina di metri che si è creato nell’argine della sponda sinistra sul fiume Tordino nei pressi di Molino San Nicola, a circa 250 metri a valle dell’attuale crollo della rampa. «Non c’è da star tranquilli – ribadisce il primo cittadino – perché minaccia un intero quartiere di circa 800 persone». Già quattro anni fa lo stesso punto fu interessato dall’altra alluvione tanto che si chiese un finanziamento alla Regione per mettere in sicurezza l’area ma i cittadini protestarono perché i lavori eseguiti non furono portati nei punti più critici e dunque temevano un’altra piena. Frattanto la conta dei danni dell’assessore Romandini è già salita nel giro di poche ore dai 12,5 di ieri a 15 milioni di euro: ieri mattina ha relazionato la situazione all’assessore regionale Morra che sta raccogliendo tutti i dati necessari per esporli poi in seconda battuta al governo. «La situazione peggiore si è verificata a Teramo, nella sua zona interna, e a Pescara» ha commentato. Problemi per i cosiddetti rifiuti spiaggiati si registrano lungo la costa: l’assessore provinciale Francesco Marconi ha intenzione di sostenere la creazione di un fondo. In queste ore si presta molta attenzione al livello della diga di Piaganini «che però – riprende Romandini - non può essere vuotata più di tanto perché l’invaso non è poi così grande».