ROMA Sarà il summit italo-francese, in programma a Roma martedì alla presenza dei premier Letta e Hollande, a decidere l’esito della controversia tra il governo di Parigi e il consorzio Ecomouv, controllato al 70% da Autostrade (Atlantia). Al centro delle discussioni la sorte del contratto per la realizzazione del sistema di pedaggio satellitare che dovrebbe far pagare a 800mila autotrasportatori l’ecotassa dovuta dai mezzi di trasporto merci in transito su circa 15 mila chilometri della rete stradale. L’imposta dovrebbe entrare in vigore dal 2014 ma è stata sospesa dal governo francese sull'onda delle proteste degli autotrasportatori bretoni. Le tensioni rischiano di scaricarsi sull’accordo. Nelle settimane scorse, il ministro dell’Economia francese Moscovici ha messo in discussione la validità del contratto siglato con il consorzio a guida italiana tirando in ballo presunte mancanze e chiedendo di rinegoziarlo. E ieri il premier transalpino Jean Marc Ayrault ha spiegato che il governo prenderà «tutto il tempo necessario» per valutare l'opportunità di applicare l'ecotassa sui tir. Il contratto, si legge nel bilancio di Atlantia, prevede investimenti per circa 650 milioni (600 già impegnati ) e introiti complessivi pari a 2,8 miliardi nel corso dei 13 anni e tre mesi di durata della concessione. In caso di disimpegno, la Francia dovrebbe riconoscere a Ecomouv (al quale partecipano per il 30% anche i partner francesi Sfr, Snfc, Steria e Thales ) 800 milioni rinunciando tra l'altro a 1,2 miliardi di gettito fiscale. In attesa di una schiarita, ieri la Confindustria ha ribadito la propria posizione. «Auspichiamo che la vicenda venga ridimensionata quanto prima e collocata nel suo ambito naturale», ha esortato il vicepresidente Aurelio Regina facendo notare che quello di Ecomouv è «un importante investimento industriale da parte di un grande operatore internazionale che ha regolarmente vinto una gara in un mercato europeo».