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Data: 17/11/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
«Cerchi un lavoro? Allora paga» Affari sulla pelle dei disoccupati

PESCARA La crisi economica ruba il futuro agli abruzzesi, ma c'è anche chi fa affari sulla pelle di chi è senza lavoro. La disoccupazione, nella regione, ha raggiunto il 10,8% e a pagare lo scotto maggiore sono i più giovani, che in un caso su tre non hanno un impiego. Molti sono ormai scoraggiati e hanno smesso di cercare. La maggior parte, invece, prende quotidianamente d'assalto le decine di agenzie di lavoro presenti sul territorio: una fitta rete di sportelli che, quando va bene, procura impieghi temporanei, per qualche giornata, qualche settimana o qualche mese e che molto spesso si fa viva soltanto via e-mail, per formulare gli auguri di buon compleanno ai propri iscritti. Le agenzie di lavoro interinale, recentemente ribattezzate agenzie di somministrazione lavoro, sono enti pubblici o privati che effettuano attività di collocamento sulla base di un'autorizzazione rilasciata dal ministero del Lavoro. L'iscrizione, per le persone in cerca di un impiego, è rigorosamente gratuita e le aziende pagano il lavoro temporaneo, prestato dai soggetti selezionati e maggiorato dei costi del servizio, direttamente alle agenzie. Alcune agenzie, però, hanno rovesciato lo schema: sono gli aspiranti lavoratori a versare una quota mensile, mentre per le imprese in cerca di manodopera il servizio è gratuito. Un sistema ai confini della legalità, che rievoca forme di caporalato espressamente sanzionate dalla legge. Ne sa qualcosa una pescarese di 32 anni, che preferisce non svelare la propria identità e che noi chiameremo Giulia. Giulia ha perso il lavoro di recente e in questi giorni sta battendo in lungo e in largo le agenzie dell'area metropolitana. Dopo essere passata per le più note, come Adecco, Humangest e Manpower, ha iniziato a scandagliare le realtà meno conosciute. E' così che si è imbattuta in un'agenzia di lavoro con sede a Montesilvano. «Passavo per caso, ho visto la vetrina e sono entrata - racconta la ragazza -. Ho spiegato all'addetta che avrei voluto iscrivermi, ma che non avevo con me il curriculum e lei mi ha risposto che non ce n'era bisogno e che non si trattava di una normale agenzia interinale». Le condizioni, in effetti, appaiono molto diverse: «Mi è stato detto che per il servizio avrei dovuto pagare 10 euro al mese, versando subito 30 euro per i primi tre mesi e che il curriculum lo avremmo fatto insieme, in versione digitale, alla modica cifra di 20 euro». Cinquanta euro in un colpo solo, soprattutto per un disoccupato, non sono pochi. «Se il gioco fosse valso la candela, li avrei anche pagati - rimarca Giulia - ma quando ho chiesto all'addetta se poteva garantirmi che avrei trovato lavoro, lei mi ha risposto che non c'è nessuna garanzia». La ragazza ha fatto notare alla sua interlocutrice che non le era mai capitato di imbattersi in agenzie di lavoro che chiedono soldi in anticipo: «Mi ha risposto che il loro servizio è particolarmente qualificato e che molte aziende si rivolgono a loro proprio perché non pagano un euro». Un meccanismo piuttosto cervellotico e poco chiaro, anche perché, se il sistema si regge sulle quote versate dai disoccupati, non si vede perché l'agenzia dovrebbe affrettarsi a procurare un impiego ai suoi iscritti. Giulia, naturalmente, ha ringraziato e rinunciato. Molte altre persone, però, complice la disperazione, rischiano di finire negli ingranaggi di un'agenzia che fa profitti fabbricando speranze, spesso soltanto illusorie. Una filosofia difficilmente esportabile negli altri Paesi europei, meno che mai in quelli più avanzati, dove esistono agenzie di collocamento pubbliche realmente produttive, che assolvono alla loro funzione, incrociando domanda e offerta, e che tengono corsi di formazione e aggiornamento per i disoccupati. Naturalmente, negli stessi contesti, operano anche le agenzie interinali, ma l'idea di chiedere soldi a priori, soltanto per avviare la ricerca di un impiego, non avrebbe alcun futuro. Nella giungla Italia, invece, tutto è lecito.

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