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Pescara, 16/05/2025
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19/11/2013
Il Centro
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Pd, a Renzi il primo round fra gli iscritti. Il sindaco ottiene il 46,7%, a Cuperlo il 38,4%. Attacco di D’Alema al sindaco: «Ignorante e superficiale». Matteo stravince nella sua Toscana. Civati raccoglie il 9%, Pittella il 6% |
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ROMA Vince Renzi e con D’Alema sono scintille. Tra gli iscritti che hanno votato nei congressi di circolo, il sindaco di Firenze conquista la maggioranza con il 46,7 per cento mentre l’avversario più accreditato, Gianni Cuperlo, raggiunge il 38,4. Staccati Pippo Civati al 9 per cento e Gianni Pittella intorno al 6 per cento. Dopo giorni di testa a testa, con annessa guerra di cifre, ecco i primi risultati che daranno il via alla campagna per il voto di primarie ad alta tensione. E che saranno giorni di scontro lo si capisce dall’offensiva lanciata contro Renzi da Massimo D’Alema. «Ignorante e superficiale», accusa, dice di essere stato aggredito e insinua la possibilità che con la segreteria del giovane sindaco si arriverebbe a un partito diviso. Quella che altrimenti diventerebbe una scissione, la descrive come «un abbandono silenzioso» che farebbe cambiare pelle al Pd: «C'è una larga parte di iscritti che pensa che possiamo diventare la peggiore Dc». Un attacco in piena regola perché dipinge Renzi come uno che vuole fare il verso a Tony Blair «che andava di moda negli anni ’90 ma ora la sua impostazione politico culturale è molto vecchia». In tempi recenti l’ex premier non era mai stato così duro con Renzi. Proprio sull’esito del primo round dei congressi di circolo lancia il guanto di sfida: «Non vedo questo sfondamento, non raggiunge la maggioranza assoluta del voto degli iscritti: Cuperlo non è molto lontano e nelle grandi città vince proprio lui. Il congresso non è ancora finito e combatteremo palmo a palmo sul territorio fino all’8 dicembre». L’accusa di non aver mai vinto le elezioni e «di aver distrutto la sinistra» lanciata anche recentemente da Renzi, il leader maximo non la manda giù e ora si chiede quali prezzi dovrà pagare il rottamatore all’establishment che lo sta sostenendo, «da Veltroni a Fassino, da Bassolino a Franceschini» per non dire del «grande sostegno dei media e dei grandi poteri» e di personaggi come Carlo De Benedetti e Flavio Briatore. «Accetti la sconfitta e rispetti gli iscritti» reagiscono i renziani, tanto che chiedono a Gianni Cuperlo di prendere le distanze dal suo supporter più ingombrante. I due candidati poi si lasciano indietro le polemiche quando nel pomeriggio dalla sede del largo del Nazareno arrivano i dati ufficiali anche se non ancora certificati al cento per cento e con qualche contestazione in corso. «Abbiamo vinto la gara degli iscritti ma ora le primarie vere sono quelle fuori, quelle dell’8 dicembre quando potrà votare chiunque». Renzi abbraccia gli altri candidati e dice grazie a tutti «anche a chi non mi ha votato ma ha animato la discussione nei circoli». «Tutti parlavano di plebiscito e invece la partita è aperta» commenta da parte sua Cuperlo che non risparmia una stoccata al suo avversario: «Quando il sindaco parla di una sinistra distrutta non riflette la realtà, da questa corsa congressuale «esce l’indicazione di una sinistra viva e vitale». Lo scontro non convince Pippo Civati che considera l’attacco di D’Alema a Renzi «tutta una manfrina perché poi tanto si metteranno d'accordo», senza rinunciare al suo ottimismo: «alle primarie vinciamo noi, i sondaggi hanno sempre fallito». Buon risultato per Gianni Pittella nonostante che la quarta posizione non gli consentirà di partecipare alla sfida finale. Il regolamento congressuale prevede infatti che solo i primi tre votati tra gli iscritti possano correre alle primarie. Ma proprio quel 6 per cento che al sud raddoppia i voti, l’8 dicembre potrebbe diventare un tesoretto e rimettere in discussione il risultato del primo round.
Le grandi città scelgono lo sfidante Matteo stravince nella sua Toscana. Civati raccoglie il 9%, Pittella il 6% ROMA «Risultati non certificati al cento per cento», precisa in premessa il responsabile organizzazione del Pd Davide Zoggia, ricordando che restano in forse alcuni congressi come Salerno, Rovigo e Frosinone, più una manciata di circoli sparsi per l’Italia. Tuttavia il distacco tra Renzi e Cuperlo è di oltre otto punti: dal 46, 7 al 38, 4, decimale in più o in meno, contano poco. Un risultato importante per entrambi perché per il rottamatore la corsa tra gli iscritti non era una passeggiata, e per il suo avversario che molti sondaggi davano con distacchi abissali, non è poi così lontano. La campagna in solitario e contro tutti ha fatto raccogliere a Pippo Civati il 9 per cento mentre i sei punti di Gianni Pittella non sono bastati per conquistare il diritto a partecipare alla sfida finale delle primarie. I circoli dove si è votato in questa prima fase sono 7.000 mila per un numero di quasi 300mila iscritti, al di sotto dei circa 350mila che avevano partecipato all’elezione dei segretari locali delle scorse settimane. Ma il dato attuale è ben lontano anche da quello del precedente congresso del 2009, quando votarono circa 460mila iscritti, ben il 35 per cento in più. Nonostante i dati ufficiali continua però la guerra di cifre alimentata dalle contestazioni. A Salerno dove ha stravinto Renzi, appoggiato dal sindaco De Luca, c’è un ricorso pendente anche se Zoggia spiega che qualora venisse accolto «potrebbe forse cambiare qualche punto» visto che coinvolge circa 12 mila iscritti. Scavando nei dettagli dei risultati, Cuperlo può rivendicare la vittoria politica nelle grandi città. E’ davanti a Roma, Milano, Napoli, Bologna, Genova e Bari. Fortissimo nella sua Toscana, Renzi conquista Torino e Palermo anche se con soli tre voti di scarto. Se poi si prendono in esame i risultati delle regioni viene alla luce un dato fortemente bipolarizzato. Renzi vince nelle Marche, Friuli Venezia Giulia, in Abruzzo, in Puglia e in Calabria mentre Cuperlo si afferma in Sicilia, nel Lazio e nel Molise. Testa a testa tra i due in Lombardia e in Emilia Romagna. Gianni Pittella che sui temi del mezzogiorno aveva impostato la sua campagna raccoglie al sud gran parte del suo bottino e con il 12 per cento nelle regioni meridionali raddoppia i voti ottenuti a livello nazionale. Il buon risultato in Friuli con il 15 per cento dà entusiasmo a Pippo Civati che alle primarie conta su un recupero tra i non iscritti.
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