Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/05/2025
Visitatore n. 743.955



Data: 20/11/2013
Testata giornalistica: Il Centro
«Ventitrè anni senza dormire per i Tir». Via Tirino, dopo il sequestro dell’autorimessa Fas: parla la residente che ha avviato la battaglia giudiziaria contro i camion

Per la prima notte, dopo 23 anni, dice di aver dormito. È la residente di via Tirino che, con le sue denunce e raccolte di firme, ha scatenato la battaglia giudiziaria che ha portato al sequestro preventivo (per i troppi rumori), eseguito lunedì, dell’autorimessa della Fas autotrasporti di via Tirino, dove quotidianamente stazionano un centinaio di Tir. Il giorno dopo la notizia del provvedimento (leggi l'articolo) diffusa dallo stesso titolare dell’azienda che a caldo ipotizzava di mettere in mobilità i 180 dipendenti (altri duecento gravitano nell’indotto), interviene a raccontare l’altra parte della storia la stessa residente E.D.L. «Io abito nella casa proprio di fronte all’autorimessa aperta 23 anni fa in mezzo al centro abitato, quando le case già c’erano. E sono 23 anni che sopporto. Non solo il rumore dei camion, ma anche le polveri inquinanti dei motori e le vibrazioni continue. Mia madre, al piano terra, se n’è dovuta andare. Io al primo piano ho resistito, ma sempre a finestre chiuse, con la notte che non si dorme mai e mio marito che ci si è pure ammalato. Io stessa sto facendo la cura del sonno, la notte dormo con l’ossigeno, perché altrimenti non si può. Si parla di lavoro perso, e mi dispiace passare per una che non ha rispetto per i lavoratori, ma non è così. Il problema riguarda tutto il quartiere, tant’è che l’anno scorso ho raccolto 350 firme, ed è un problema di salute e di vivibilità. Perché a parte il via vai di camion di giorno, che scatenano polveri inquinanti e vibrazioni continue, è la notte che non si vive, con decine di mezzi pesanti che partono e arrivano di continuo, lasciando i motori accesi anche per venti minuti di seguito. Una notte, alle due, un autista si è messo perfino a suonare il clacson. Sono dovuta uscire di casa, per dirgli di smettere. Ma di aneddoti ce ne sono a decine. Come quello che d’estate è rimasto per tutta la notte con il motore del Tir acceso, perché c’era l’aria condizionata. Ma non è questo. La rabbia», va avanto la donna, «è per tutte le volte che sono stata presa in giro proprio dal titolare dell’autorimessa, a cui, prima di arrivare in Tribunale, ho posto le mie lamentele per telefono, a voce, per iscritto e con la raccolta di firme. Ogni volta una presa in giro. Perché la verità», attacca la residente, «è che l’imprenditore altri siti ce li ha. Ma allora facesse quello che gli abbiamo sempre chiesto, si mettesse in regola con l’autorimessa, come prevede la legge in questi casi, dotandola di pannelli antirumore e di tutto il resto. Invece non l’ha mai fatto e adesso dice che sono a rischio i posti di lavoro. Ma se vuole lui sa come salvarli e dove trasferirsi».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it