PESCARA. La giustizia è un freno per chi vuole fare. Ma è anche qualche volta una intrusione non autorizzata nella sfera che è propria della politica.
Il concetto è sembrato emergere da un lungo passaggio del presidente Chiodi oggi nel corso dell’incontro voluto da Confindustria.
Puntuale, come annunciata, la protesta degli attivisti del Movimento 5 Stelle Abruzzo, contro la deriva petrolifera e contro la «politica collusa che svende il Paese e l'Abruzzo», davanti all'auditorium Flaiano di Pescara dove si è svolta la convention della Confindustria regionale.
Alcune decine i manifestanti che, tra striscioni, slogan e megafoni, hanno atteso l'arrivo dei relatori, a partire dall'ad di Medoilgas.
Ma il passaggio più rilevante è stato quello di Chiodi sulla giustizia, ad una settimana dall'arresto del suo ormai ex assessore alla Cultura, Luigi De Fanis.
«Ogni attività che ha a che fare con il comitato di valutazione di impatto ambientale o altro provvedimento autorizzatorio dà vita ad una inchiesta giudiziaria», ha detto Chiodi, «quasi sempre di fronte alle proteste della gente la magistratura si attiva e finchè le inchieste non si concludono con un nulla di fatto si generano tensioni e situazioni di scarsa assunzione di responsabilità».
E poi ancora: «Non c’è certezza del diritto, ogni Tar decide in un modo diverso…» e questo crea problemi a chi governa.
C’è poi anche un episodio che ha raccontato Chiodi che dovrebbe fungere da esempio di intromissione della giustizia nella sfera della politica. Chiodi ha raccontato che in un passaggio della inchiesta che ha coinvolto l'ex assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni il giudice avrebbe dato giudizi personali e opinabili sostenendo che il termovalorizzatore nuoce alla salute ed è contrario alla vocazione della regione.
IL PETROLIO
«Per quanto riguarda i permessi di ispezione per gli idrocarburi nella provincia di Teramo», ha sostenuto il presidente, «si tratta di vecchie autorizzazioni che risalgono alla Giunta di centrosinistra, ma noi abbiamo posto un freno alla petrolizzazione dell'Abruzzo».
«Abbiamo fatto», ha detto Chiodi, «una legge che limita fortemente l'estrazione di petrolio perché non consideriamo vantaggioso questo futuro, ma per quanto riguarda la provincia di Teramo si tratta di ricerche meno impattanti e che riguardano il gas».
Per quanto riguarda invece la manifestazione che si terrà nei prossimi giorni a Teramo che secondo il M5S passerà proprio sotto casa del governatore, Chiodi ha detto che «io a casa non ci sto mai quindi non mi riguarda, ma è politicamente imbarazzante e di cattivo gusto che una protesta si svolga in un luogo privato e non nei luoghi istituzionali».
Arriva a stretto giro di posta la replica del deputato M5S Gianluca Vacca, tra i promotori della protesta: «A parte che ci sono concessioni anche per il petrolio, noi protestiamo a Teramo perché è nella provincia di Teramo che sono state date le concessioni, e non è colpa nostra se Chiodi abita in centro a Teramo. E poi Chiodi non dice la verità: le concessioni sono altamente impattanti in zone di grande pregio. E' pazzesco inoltre - chiude - che organizzino un convegno che si rivolge al futuro economico di una regione e chiamano i dinosauri a parlare, come i rappresentanti della Medoil. La petrolizzazione è una strada da bloccare».
«IN ITALIA AMBIENTE CONTRO ECONOMIA»
«In Italia siamo in presenza di un'anomalia fondamentale, cioè il modo in cui si tratta la cosiddetta questione ambientale. L'ambiente viene spesso usato per contrapporsi all'economia, agli investimenti e allo sviluppo», ha detto invece l'ad di Medoilgas, Sergio Morandi. «Questa situazione non aiuta il rapporto tra impresa e tematiche ambientali e non facilita i progetti che l'industria porta avanti».
«In Italia c'è una situazione per cui ogni progetto viene contestato», ha detto Morandi, sottolineando come Ombrina Mare, che da tempo fa discutere in Abruzzo, abbia «solo il difetto di essere uno dei progetti più maturi». Nel corso della convention, dove partecipa anche il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, Morandi ha spiegato che «le aziende chiedono cose molto semplici: regole chiare, procedure chiare e tempi certi. Il problema dell'Italia è che le regole vengono a svilupparsi all'interno di procedure che non sono poi così chiare. Soprattutto - ha concluso - non c'è il rispetto di tempi industriali per arrivare al completamento di queste procedure»
L’ACQUA
Nel suo intervento dal palco del Flaiano per la convention di Confindustria Abruzzo il presidente della Regione, Gianni Chiodi, all'interno del suo discorso su come uscire dalla crisi ha citato anche l'eventuale gestione della rete idrica in mano ai privati, «privatizzazione che in alcuni momenti aveva ipotizzato anche il centrosinistra, per me sarebbe un'opzione di buon senso». Non si è fatta attendere la risposta del Movimento 5 Stelle. «Chiodi è antidemocratico, non rispetta la volontà del popolo italiano che si è già espressa col referendum sul no alla privatizzazione della gestione dell'acqua - ha detto il deputato del M5S Gianluca Vacca - ma Chiodi è coerente con Confindustria che inserisce nei suoi programmi la privatizzazione dell'acqua. Si chiedano poi perché il 50% dei cittadini non va più a votare».