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Pescara, 16/05/2025
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Data: 20/11/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Mazzette alla Regione Abruzzo - Una dirigente rimproverò De Fanis Tangenti e cultura, una dipendente della Regione avvertì l’ex assessore: non spetta a te decidere a chi dare i contributi

PESCARA Nell’inchiesta per presunte tangenti e manifestazioni culturali che ha portato all’arresto ai domiciliari l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis c’è una telefonata che gli investigatori definiscono «emblematica» perché avrebbe bloccato «la gestione clientelare di De Fanis nell’attribuzione dei contributi della legge 43 nel 1973». La telefonata risale al 21 maggio ed è quella della dirigente della Ragioneria generale della Regione Marina Marino, estranea all’inchiesta, che parla con l’ex assessore rimproverandolo «dell’illegittimità dell’assegnazione dei contributi». La conversazione intercettata dagli uomini della Forestale arriva nel momento in cui, già da un annetto, la Regione si è dotata di un nuovo disciplinare per l’erogazione dei contributi regionali: se prima la valutazione delle richieste e delle liquidazioni era di competenza della giunta, dal 2012 è il servizio della Direzione parchi a stabilire i contributi da erogare. Eppure, l’accusa rappresentata dal pm Giuseppe Bellelli, illustra che «De Fanis si è arrogato il potere di valutazione, decisione ed erogazione del contributo per il suo tornaconto economico e politico» descrivendo l’ex assessore con «una posizione di forza nei confronti delle persone che facevano istanza per ottenere il contributo». In questo contesto, il dirigente Marino parla al telefono con De Fanis a cui rimprovera, per il pm, «l’illegittimità delle determine di assegnazione dei contributi». De Fanis: «Salve sono De Fanis, l’assessore alla cultura». Marino: «Buongiorno». De Fanis: «Senta volevo chiederle ma qual è il problema della 43 che è appannaggio del mio assessorato... per quanto riguarda i fondi non ho capito bene, perché non si può procedere come gli altri anni?». Marino: «Non è cambiato sostanzialmente molto». De Fanis: «Appunto» (...) Marino: «La legge sulla trasparenza ». De Fanis: «Allora è il procedimento che va corretto». Marino: «Fate un po’ come vi pare, non potete scrivere su una determina che siccome l’assessore ha detto di dare i soldi a tizio, noi facciamo l’impegno a favore di tizio». De Fanis: «Sì». Marino: «Ecco, questo non è che è vietato, di più». De Fanis: «Sì sì ho capito e quindi (...)». Marino: «Chi ha la gestione delle risorse, è il dirigente che gestisce le risorse, sa lui come fare, coma andare avanti con il procedimento, per cui prepara una bella delibera e dice deve fare questo» (...) De Fanis: «Perché sono tre anni che faccio l’assessore alla cultura, come mai è venuta fuori sta delibera?» Marino: «Ripeto il decreto 33 che è entrato in vigore il 20 aprile di adesso ha rafforzato (...) Fate come vi pare però sulla determina d’impegno di pagamento non mi potete scrivere l’assessore ha detto di dare i soldi a tizio». De Fanis: «No, vabbè, voglio dire». Marino: «Oltrettutto la determina, ci stanno le lettere dell’assessore che dice di dare i soldi a tizio oppure di darli a caio, io non le voglio neanche vedere». De Fanis: «Certo». Marino: «Se il procedimento è scorretto la verifica qualcun altro, non lo debbo verificare io, ma dal momento in cui vedo che una determina è palesemente illegittima...si vada a leggere se ha modo di prendere questo appunto articolo 12 legge 241/90». De Fanis: «Sì». Marino: «Eh».

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