Riduzione dei manager. Eliminazione dei superminimi agli eletti. Bagni alle fermate. E riecco Officina grandi riparazioni e Atac patrimonio. Ci sono questo e altro nell’accordo Atac-sindacati, firmato l’altra sera, ma annunciato ieri nel giorno in cui i "ribelli" di Genova, cessano lo "sciopero selvaggio" dopo l’accordo dei "nobili"-sindacati che rinvia di 12 mesi la privatizzazione. Plaude il sindaco Ignazio Marino, che il 6 dicembre incontra Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Fna che hanno sottoscritto il documento su cui, nel summit in Campidoglio, pretenderanno «certezze sull’in house di Atac», sul suo «contratto di servizio fino al 2019» e sulle «risorse economiche necessarie». I sindacati spiegano che «massima attenzione è stata posta ai benefici per la cittadinanza» e che vengono attivate importante decisioni sull’«organizzazione del personale» e l’«implementazione di nuovi sistemi tecnologici» per «favorire nuovi modelli di esercizio» e un «migliore controllo della qualità del servizio erogato». Previsti anche un «attento monitoraggio» e «revisione dei settori aziendali», in particolare degli «uffici», per «riallocare risorse». Il personale «riqualificato», sarà impiegato in attività «operative» anche nel «controllo dei biglietti». E poi la «reinternalizzazione» delle due società «Ogr» (Officina Grandi Riparazioni) e «Atac Patrimonio» per sviluppare la capacità industriale e consolidarne l’assetto patrimoniale. Inoltre, «riduzione» del numero dei dirigenti e «revisione dei livelli retributivi». L’Azienda «eliminerà» i «"superminimi"» e l’assunzione a tempo determinato degli autisti, le cose previste nel Patto del Rilancio firmato il 6 novembre. «Sono parole, caramelle i 100 euro di più se non ti ammali, se non ti prendi la 104, la legge che aiuta i familiari dei disabili, e se fai 3 ore di straordinario a dicembre, te ne pagano 5» è la risposta dei "ribelli" per bocca della pasionaria Micaela Quintavalle, che va avanti nonostante le minacce quotidiane al telefono: «Se non ti fermi la paghi cara». «Si vogliono comprare i colleghi che non faranno la protesta che faremo noi - continua -. Ma si sbagliano. Non ci fermiamo finché i 115 interinali non firmano un contratto a tempo indeterminato. Non arrivano altre 885 unità su personale viaggiante, bus nuovi in periferia per la sicurezza di utenti e lavoratori. E tutti i nostri arretrati e lo sblocco degli scatti di anzianità. E poi il contratto di servizio non è adeguato al mercato (è sulla quantità mentre noi per gli utenti lo pretendiamo sulla qualità)». Aspettano l’incontro con Marino, sennò «non rinunciamo allo sciopero con il codice in mano dal 17 al 24 dicembre». Sulla sua spalla ma al telefono ieri ha pianto il leader dei "ribelli" di Genova Luca Bruzzo: «Micaela ci hanno venduti» le ha detto, perché i sindacati che li avevano appoggiati nei 5 giorni di sciopero selvaggio hanno firmato il rinvio di 12 mesi della privatizzazione. Non andrà più a Genova, dove ieri sono andati i "cani sciolti" tra i "ribelli" romani (che pare abbiano pure preso le botte!). Lunedì li vedremo a Piazza Pulita. Il giorno dopo l’incontro con l’ad Broggi.