Che sconforto l'arroganza dei bravi ferrotranvieri di Genova. Proprio quei signori, moltiplicati per mille e diecimila in tutt’Italia, sono il problema, la crisi, lo sfacelo dei conti pubblici. Sono queste categorie del pubblico impiego che da quarant’anni hanno preteso assunzioni esagerate, dirigenze irresponsabili, trattamenti svincolati da ogni economia aziendale, gestioni improntate ad abusi, collusioni, clientelismo, voto di scambio, concussione, corruzione e soprattutto sprechi, costi gonfiati due, tre, dieci volte il prezzo vero. Nessun giornale, nessun politico ha il coraggio della verità: questi signori scioperanti ad oltranza, dopo aver prosciugato le casse della nazione, strillano e fanno rivoluzione per continuare l’abuso e il privilegio, “nessun privato e solo pubblico” strillano senza pudore, e lo credo bene, nessuna azienda vera sopporterebbe il loro peso parassitario. “Solo pubblico” è l’arroganza e la pretesa di continuare sulle spalle di chi lavora sul serio, fino al tracollo. Grillo ha detto che “l’azienda è di chi ci lavora”, benissimo, prendiamoli in parola: proprio perché è vostra provvedete da soli a procuravi lo stipendio coi biglietti venduti e non certo coi nostri soldi (degli enti pubblici), sarebbe esattamente la miglior soluzione liberale.
Luigi Fressoia