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Pescara, 16/12/2025
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25/11/2013
Il Centro
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Pd, i tre sfidanti criticano il governo: Ora non ha più alibi. Civati, Cuperlo, Renzi e Pittella alla convention congressuale chiedono riforme solidali e subito la nuova legge elettorale |
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ROMA Non c’è Bersani e non ci sononeanche Veltroni e D’Alema. L’unico «big» presente alla convention del Pd con l’ultima sfida a tre per la segreteria del partito dell’8 dicembre è Dario Franceschini da tempo schierato con Matteo Renzi, il candidato in testa nel voto dei circoli. E anche questa è una rappresentazione plastica di cosa saranno i democratici chiunque vincerà la sfida delle primarie. Per il resto Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati si sono trovati d’accordo solo sulle critiche al governo, sollecitato a cambiare passo e per dirla con il sindaco di Firenze a non abusare della pazienza per cominciare ad «usare le nostre idee perché altrimenti le larghe intese diventano un passatempo per il semetre europeo». Ma a due settimane dal voto è soprattutto Cuperlo ad alzare i toni e ad attaccare Renzi come non aveva mai fatto fin qui. Enrico Letta, l’ex vicesegretario, partecipa all’evento da lontano, con un messaggio. «Il Pd è l’anima della missione di condurre il paese fuori dalla crisi, e le primarie sono la risposta a chi non ha altri argomenti che un populismo rabbioso», scrive il premier confermando che l’8 dicembre sarà in fila per scegliere il nuovo segretario. La scaletta va in crescendo in ordine di voto. Il primo a parlare è Gianni Pittella che conferma l’apertura a Renzi e si dice in attesa di risposte per sé e per il Sud. Civati è il più esplicito: chiede la fine della larghe intese una nuova legge elettorale e subito il voto. Tocca a Cuperlo, l’unico a parlare con dietro il simbolo del Pd. «Ora che la destra si è spaccata, il governo non ha più alibi, non c’è una sola ragione per cui dovremmo aspettare il 9 dicembre, il tempo è scaduto e tocca riprendere per i capelli quanti semplicemente non ce la fanno più e stanno precipitando», avverte. «Noi siamo la sinistra e non il volto buono della destra» aggiunge criticando Renzi che punta al doppio incarico di sindaco e segretario, e perché sospetta che voglia chiudere il ventennio con una svolta presidenzialista e riforme economiche che puntano a privatizzaioni e contratti unici di lavoro, tenendosi la riforma Fornero «al netto degli esodati». «Ha ragione Cuperlo non siamo il volto buono della destra ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi», replica Renzi che alle spalle ha la freccia «cambiaverso». Il sindaco insiste sulla sua proposta di legge elettorale: doppio turno o Matterellum con premio di maggioranza al 25%. «Ci siamo fatti dettare l’agenda dalla destra, ci siamo limitati a rincorrerli impauriti: ora basta, ora tocca a noi» scandisce. «Se ce la faccio io, questo partito è veramente scalabile e libero», avverte l’ex rottamatore che respinge le accuse di essere il leader dell’establishment: «Se i banchieri non vengono alle primarie io sono contento». Poi passa a Berlusconi che ha annunciato un colpo segreto. «Mi chiedono, “non hai paura?” A me fa sufficiente paura il disegno chiaro, quello di un centrodestra à la carte» diviso tra Fi Ncd, Fid e Lega apparentemente divisi per colpire uniti, taglia corto.
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