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Pescara, 16/05/2025
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Data: 26/11/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'Aquila, è bufera sul Centro turistico. Niente gasolio, lavoratori infuriati. Il carburante è necessario per far funzionare i mezzi e aprire la stazione sciistica

L'AQUILA - È bufera sul Gran Sasso e non solo meteorologica. I lavoratori sono di nuovo sul piede di guerra perché fino a ieri non era ancora arrivato il carico di gasolio che consente di far funzionare i mezzi battipista e la funivia. A complicare la situazione c'è stata la chiusura della strada disposta dall'amministrazione provinciale che ha costretto un gruppo di lavoratori a raggiungere a piedi l'impianto fune in mezzo alla bufera per aprire almeno al personale di servizio. La neve è arrivata copiosa, ce n'è oltre un metro. Gli impianti potrebbero aprire entro l'Immacolata, mentre la funivia dovrebbe tornare a funzionare per il pubblico domenica. Il punto è che senza gasolio non si può fare alcunché. E quand'anche dovesse arrivare non potrebbe essere trasportato (strada chiusa e divieto di caricare liquido infiammabile sulla funivia). C'è poi il problema legato alla mancanza di una pianta organica per la funivia. Per farla funzionare c'è bisogno di 12 unità, ma la riunione sindacale nella quale ieri si sarebbe dovuto decidere la destinazione del personale, sembra sia stata disdetta dal direttore del Centro turistico, Angelo De Angelis, all'ultimo momento. Un concorso è stato espletato per individuare il direttore di esercizio. A sorpresa alla selezione ha partecipato anche l'ex direttore che ha sbattuto la porta, Marco Cordeschi, che si è piazzato al secondo posto dopo un candidato di Milano che sarebbe fuori gioco vista la mancanza del requisito della residenza. Solo al terzo posto il direttore uscente, Dino Pignatelli, che avrebbe già armato un ricorso al Tar.
Nel frattempo sono ore preziose per L'Aquila e i Comuni del cratere. «Arrivano 600 milioni freschi, con la possibilità di immediato utilizzo dal 2014 di tutte le risorse - dice la senatrice Stefania Pezzopane -. La commissione Bilancio del Senato ha impegnato il governo, attraverso un mio ordine del giorno, nel primo provvedimento utile, il finanziamento integrale della ricostruzione, attraverso l'utilizzo di parte dei proventi dell'accordo Italia-Svizzera per il rientro dei capitali detenuti dai contribuenti italiani, come prevedeva il mio emendamento 9.12».

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