PESCARA Le avevano chiamate le “spese d’oro” dell’amministrazione Mascia e per molti mesi i consiglieri di opposizione, in particolare Enzo Del Vecchio del Pd e Fausto Di Nisio all’epoca dell’Idv, avevano sollevato dubbi sugli incarichi esterni affidati dal sindaco Luigi Albore Mascia prima attraverso un’interrogazione e poi con un esposto per chiedere al pm: quelle consulenze potevano essere assegnate? Hanno rispettato le regole? L’esposto è finito sulla scrivania del pm Valentina D’Agostino che ha aperto un’inchiesta che si è sviluppata e che, come atto dovuto, ha iscritto sul registro degli indagati il sindaco con l’accusa di abuso perché, per il momento, la procura ha ritenuto che alcuni incarichi avrebbero dovuto essere assegnati attraverso un avviso pubblico e non direttamente. Occorreva o no quell’avviso? Sta in questa domanda il discrimine tra l’accusa e la difesa, con la parola del sindaco che spiega: «Il regolamento, tra l’altro fatto dalla precedente amministrazione di Luciano D’Alfonso, non prevedeva l’avviso pubblico: io, anzi i miei uffici che si occupano di queste cose hanno applicato il regolamento che non prevedeva l’avviso per gli incarichi», illustra il sindaco, che di mestiere fa l’avvocato, e aggiunge anche che «per l’abuso occorre l’elemento soggettivo, il dolo, l’intenzione» allontanando le sue responsabilità e illustrando che «le consulenze attenzionate sono quelle per l’ambiente alla società Geoalp e quella per l’urbanistica a Salvatore Colletti». Mascia è stato già interrogato dal pm a cui ha potuto spiegare la sua versione ma ci tiene anche a ricordare i numerosi esposti prodotti in questi anni dall’opposizione: «Il solito Del Vecchio», chiosa il sindaco. L’inchiesta è partita dall’esposto preso in considerazione, però, solo parzialmente: Del Vecchio e Di Nisio avevano posto l’accento, all’inizio del gennaio 2012, su sei incarichi tra cui quello assegnato allo storico e presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, un incarico che invece non ha destato sospetti, non è rientrato nell’inchiesta. Come ha spiegato anche il sindaco, al vaglio del magistrato ci sarebbe l’incarico alla società Geoalp del geologo Francesco Di Donato a cui sono andati 29 mila euro e l’incarico assegnato all’architetto Colletti che ha ricevuto 39 mila euro per elaborare alcuni progetti per l’amministrazione. A fine gennaio 2012 Del Vecchio presentò un’interrogazione seguita da un esposto illustrando: «L’amministrazione Mascia avrebbe dovuto fare degli avvisi pubblici prima di affidare gli incarichi, così come stabilisce l’articolo 110, comma uno, del decreto legislativo 267 del 2000. Invece, tutto è avvenuto nel più assoluto silenzio», disse Del Vecchio. Al consigliere di opposizione rispose il giorno successivo l’assessore al Personale Marcello Antonelli: «I cosiddetti articoli 110, 6º comma, citati da Del Vecchio, non sono tutti uguali: ci sono i contratti come quelli con Giordano Bruno Guerri che sono assimilati a contratti di consulenza; il contratto con la Geoalp non è una consulenza, ma un incarico con società con stabile organizzazione che non rientra nel tetto di spesa citato da Del Vecchio mentre il contratto con Colletti non è un contratto di consulenza, ma un incarico di progettazione per alcuni piani di zona ai sensi del codice dei contratti». Queste le tesi sostenute dai politici, adesso sarà il magistrato a decidere.
«Buonuscita secondo la legge L’ha presa anche D’Alfonso»
PESCARA «Il sindaco Albore Mascia non si è auto attribuito alcuna prebenda nè indennità nel bilancio comunale: quella inserita nel documento finanziario è la cosiddetta “indennità di fine mandato” istituita per legge dello Stato nel 2000 e che è stata regolarmente erogata a tutti i sindaci, alla scadenza del loro mandato, dal 2000 in poi».A dare spiegazioni sul premio speciale da 26 mila euro che il Pd ha contestato a Mascia è l’assessore alle Finanze Massimo Filippello che ricorda anche che «quell’indennità di fine mandato è stata percepita anche dall'ex sindaco Luciano D'Alfonso e ancora prima da Carlo Pace e alla scadenza del mandato la dovrà percepire anche il sindaco Mascia, non per scelta, ma perché è previsto dalla legge». Filippello, in seguito alla denuncia dei consiglieri di opposizione Moreno Di Pietrantonio, Camillo D’Angelo ed Enzo Del Vecchio, chiarisce anche che «quella spesa, ovviamente, va prevista in bilancio per assicurare la dovuta copertura per legge e non incorrere in un debito fuori bilancio. Ancora una volta il Pd ha fatto un buco nell’acqua. Un Pd», continua l’assessore, «che evidentemente non sa neanche leggere i bilanci e che oggi dovrebbe spiegare dove ha letto che nel 2013 c’è stato l'aumento delle indennità per gli assessori, indennità che addirittura sono scese per l’aumento delle detrazioni fiscali. Forse il Pd avrebbe bisogno della consulenza di un ragioniere per rivedere i propri conti». Quindi, per l’assessore della giunta Mascia non c’è nessuno «scandalo» dietro i 26 mila euro contestati dall’opposizione che, anzi, spettano al sindaco per legge e conclude: «Trattandosi di una legge, e non di una facoltà di scelta, la somma spetta per legge al sindaco Albore Mascia e lo sa bene l’ex assessore al Bilancio D’Angelo visto che anche il sindaco di centrosinistra D'Alfonso ha beneficiato della stessa norma».