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Data: 28/11/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Fisco accende un faro su AirOne gestione Toto

CHIETI E' un’evasione fiscale da far tremare i polsi quella che la Procura di Roma contesta al gruppo Toto per l'attività aerea svolta da AirOne nel periodo 2002-2008. Un'indagine complessa che rappresenta il troncone inferiore di quanto avviato qualche mese fa dal pm Sereni per Alitalia Cai e ruota intorno all'utilizzo esterovestito di airbus per il traffico aereo della compagnia del gruppo chietino. In sostanza, Toto noleggiava gli aerei da 14 società irlandesi mentre la sede legale di Air One si trovava a Chieti e quella operativa era a Roma. Non solo: buona parte dei movimenti aerei della compagnia hanno interessato nel periodo monitorato in maniera prioritaria l'Italia. Si tratta di un volume di passeggeri che si aggirava intorno a 5 milioni annui. Il perimetro della presunta evasione non è ancora quantificato, ma pare che l'Agenzia delle entrate già disponga di un conteggio sommario: tra Iva non pagata, Ires evasa e ritenute non versate più le eventuali sanzioni e gli interessi si parla di 170-200 milioni. Per quanto riguarda invece la posizione penale, il pm non ha ancora chiuso l'indagine.
Procura e GdF sono risaliti indietro fino al 2002 che è ultimo anno utile oggi perseguibile. In quel periodo AirOne lavorava per conto suo - la fusione con Alitalia Cai è intervenuta nel 2009 - e quindi la responsabilità è in capo al gruppo Toto anche se un anno dopo l'accorpamento, Cai si accollò tutte le pendenze, anche quelle fiscali, relative agli aerei acquisiti nell’operazione organizzata da Intesa Sanpaolo.
A sua volta il gruppo Toto insiste sulla correttezza dei comportamenti dei suoi manager: «Anzitutto quelle società irlandesi non avevano utili. Sono nate in Irlanda non per sfruttare un regime fiscale di favore ma semplicemente perché chi fabbrica aerei obbligano le compagnie contraenti a stabilircisi. Solo in Irlanda infatti vige la convenzione internazionale di Capetown che consente al venditore di riottenere subito il velivolo in caso di mancato o incompleto pagamento oppure in presenza di eventuali debiti insoluti per altri motivi.
Quanto alla presunta esterovestizione, AirOne ha regolarmente pagato tasse sugli utili e sulle attività che ha svolto». A tal proposito, viene anche precisato che il volume della contestazione fiscale sarebbe già in fase di perimetrazione con l'Agenzia delle entrate ma per volumi abbondantemente ridimensionati.

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