CAMPOBASSO A febbraio, conquistato il seggio, era convinto che sarebbe stato lui a rappresentare il Molise in Senato. Perché era secondo in lista e disse che Berlusconi in persona gli aveva garantito che così sarebbe stato. Ma alla fine il cavaliere optò proprio per lo scranno molisano, lasciandolo a casa. Ora Ulisse Di Giacomo, primo dei non eletti tra le fila del Pdl, può tornare a sedere tra i banchi di Palazzo Madama e alla regione viene riconsegnato quello che per molti fu «un seggio scippato». Ma da febbraio a oggi tante cose sono cambiate. Il Pdl si è scisso e ora paradosso vuole che Berlusconi, dopo la decadenza decretata ieri pomeriggio, venga sostituito da Di Giacomo che, pur ribadendo di voler rimanere nel centrodestra, ha già assicurato che non aderirà a Forza Italia. Anzi, dopo giorni di silenzio, ieri ha annunciato di voler avviare contatti con il gruppo di Alfano, considerandolo «un approdo possibile» e che darà sostegno al governo Letta. «Con il voto di oggi – ha affermato - il Molise si riappropria di un seggio sottratto per miopia politica. Come già detto – ha poi ribadito - in un Paese normale questo dovrebbe essere considerato un giorno normale dove la legge dello Stato viene applicata a ogni persona, anche quelle di rilievo». In questi mesi ha però preferito non entrare nel merito del dibattito «perché – ha detto più volte – non voglio fare l’avvoltoio che volteggia sul cadavere».
«Siamo certi che il senatore Di Giacomo, nonostante certa pregressa ostilità in più occasioni manifestata - ha commentato Frattura - saprà affiancarci in tutte le battaglie che stiamo conducendo a Roma per il bene dei molisani».