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Pescara, 17/12/2025
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Data: 28/11/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Mascia inciampa sugli incarichi. Sviluppi dell’esposto presentato nel 2012 da Del Vecchio e Di Nisio

L’affidamento diretto degli incarichi esterni mette nei guai il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, raggiunto da informazione di garanzia e interrogato dal pm Valentina D’Agostino per abuso d’ufficio. L’indagine nasce da un esposto sottoscritto da consiglieri di opposizione (ma ce ne sarebbero anche altri) lo scorso anno e gli incarichi che il magistrato contesta al primo cittadino sono in sostanza quattro, quindi meno di quelli elencati nella denuncia: quello del 2009 all’architetto Michele Lepore; quello alla società Lidea; uno alla società Geoalp e uno all’architetto Salvatore Colletti.
Su questi affidamenti è stato chiamato a rispondere il sindaco, interrogato in procura alla presenza del suo legale, Vincenzo Di Girolamo, e della responsabile della Digos (che conduce l'indagine), Leila Di Giulio. Nel loro esposto, i consiglieri comunali Enzo Del Vecchio e Fausto Di Nisio puntavano il dito su un passaggio a loro avviso fondamentale: e cioè che «in data 28 ottobre 2009, con un atto di giunta comunale (n. 965) l'art. 36 del regolamento dei servizi e degli uffici veniva modificato nel senso di non prevedere più la procedura di evidenza pubblica e ponendo, di fatto, lo stesso regolamento in palese contrasto con il decreto legislativo 165 del 2001 e con la circolare della Pcm n. 2/2008». E su questo punto la tesi difensiva del sindaco Mascia è stata sostanzialmente questa. La variazione di cui parlano gli esponenti sarebbe stata fatta in passato dall'allora assessore D'Angelo della precedente giunta di centrosinistra e poi, e qui il punto centrale, secondo la legge Bassanini l'unico responsabile sarebbe il dirigente o il direttore generale. «Io firmo - avrebbe detto Mascia al magistrato - dopo che il dirigente ha formato l'atto, lo ha firmato ed ha verificato la sua regolarità amministrativa». Un modo per scaricare la vicenda addosso ai dirigenti? Questo è in sostanza quello che sostiene il sindaco. E comunque, questa sarebbe invece la chiosa, anche se ci fosse stato un errore amministrativo, un passaggio eventualmente dubbio, non c'è stato sicuramente per dolo in quanto non ne sarebbe derivato un danno per l'amministrazione né sarebbe stato favorito il privato. E’ su questo che l'inchiesta dovrà andare avanti. Intanto va registrato anche un altro aspetto. Per quanto riguarda un incarico all’architetto D’Aurelio, il procuratore aggiunto Tedeschini ha richiesto e ottenuto l’archiviazione, trasmettendo però tutti gli atti alla Corte dei cobnti per una valutazione nel merito. Mentre l’incarico al presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, per il quale ci sarebbe stato prima un incarico diretto e poi uno comparato, è rimasto fuori dalle contestazioni fatte al sindaco.

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