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Pescara, 17/12/2025
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29/11/2013
Il Messaggero
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Pensioni e cuneo fiscale, si cambiaContributo di solidarietà, Ncd chiede di alzare la soglia. |
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ROMA Sarà uno dei capitoli della legge di stabilità che cambierà alla Camera. Non c’è pace per l’universo pensioni. Non piace - nemmeno allo stesso governo che, infatti, è già al lavoro per la ricerca delle coperture adeguate - la norma che limita la rivalutazione piena degli assegni previdenziali a quelli fino a tre volte il trattamento minimo (poco meno di 1.500 euro al mese): l’intenzione è di estendere il 100% dell’indicizzazione fino alle pensioni di circa 2.000 euro al mese (quattro volte il minimo). Ma non piace nemmeno l’ultima versione del contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, che abbassa l’asticella del prelievo da 150.000 a 90.000 euro lordi l’anno. «Il taglio è stato eccessivo e pensiamo di rimediare alla Camera» dice Antonio D'Ali (Nuovo centro destra) che al Senato è stato uno dei relatori della legge di stabilità. Novità importanti durante l’iter alla Camera (che inizierà la prossima settimana) in arrivo anche a proposito della riduzione delle tasse sul lavoro. Dopo la richiesta corale delle associazioni imprenditoriali e dei sindacati, il governo pensa di introdurre una norma che vincoli i risparmi della spending review, con la costituzione di un fondo, alla riduzione del cuneo fiscale su imprese e lavoratori. I VITALIZI DEI PARLAMENTARI
Contro il contributo di solidarietà si stanno già mobilitando le varie associazioni dei manager, forti delle recenti sentenze di incostituzionalità. C’è poi il caso delle pensioni dei parlamentari: tecnicamente sono dei vitalizi e in quanto tali non rientrano nel contributo di solidarietà che si applica per il prossimo triennio ”sugli importi dei trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie”. «Come al solito - denunciano i grillini, promettendo battaglia alla Camera - la casta è bravissima a cadere in piedi e a salvare i propri privilegi». Sempre in tema di pensioni resta il problema di quelle dei giovani di oggi che, a causa dei contratti precari, rischiano di essere ”da fame” o comunque insufficienti a garantire la sopravvivenza. Un problema ben noto al governo. «Stiamo riflettendo su come superare la frammentarietà delle contribuzioni» annuncia il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, parlando di ipotesi di «flessibilizzazione delle contribuzioni». Non è detto, comunque, che la questione rientri nella legge di stabilità. Intanto sta scatenando una montagna di proteste la bozza di riforma degli ammortizzatori sociali in deroga (cig e mobilità) che il governo ha presentato alle Regioni. TAGLI ALLA MOBILITÀ IN DEROGA
Oltre al tetto di 12 mesi nel biennio mobile per la cig in deroga, è previsto un taglio alla durata anche della mobilità: nel 2014 sarà concessa al massimo per 7 mesi (che diventano 10 al Sud) a chi finora ha beneficiato del sussidio per meno di 3 anni. Superata questa soglia, la durata massima si accorcia a 5 mesi che diventano 8 al Sud, per poi azzerarsi nel 2015 e nel 2016 (nel 2017 lo strumento non sarà più attivo). Assolutamente contrari Cgil, Cisl e Uil che ricordano come, in un momento in cui la disoccupazione e la crisi mordono ancora, tagliare la durata degli ammortizzatori rischia di lasciare senza alcun tipo di reddito centinaia di migliaia di persone.
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