È stato condannato ad una multa di 300 euro per favoreggiamento personale il secondo autista dello scuolabus di Montorio che quel 4 novembre del 2011 per caso incrociò il collega e venne a sapere che un bimbo all'epoca di 4 anni era rimasto sul pulmino e nessuno se n'era accorto. Quel giorno, infatti, così come i testi hanno confermato durante il processo, il bambino non fu portato a scuola. Dalle 9.15 fino alle 13 rimase da solo sullo scuolabus, ma in quell'arco di tempo dormì. Quando si svegliò si ritrovò da solo. Spaventato. Secondo i difensori dell'autista, gli avvocati Gennaro Lettieri e Luca Scarpanoni che preannunciano l'appello in attesa delle motivazioni, l'uomo «improvvisò una spiegazione quando le maestre gli chiesero perché il bimbo quella mattina non era andato a scuola». E lui a quel punto raccontò che l'aveva portato per sbaglio in un'altra scuola, ma solo perché prima, durante il tragitto, aveva incrociato l'altro autista dello scuolabus e l'assistente che gli raccontarono l'accaduto. Secondo l'accusa, invece, quella versione sarebbe stata concordata per nascondere ciò che era stato commesso e dare una tesi credibile alle maestre, ossia che quella stessa mattina il piccolo era stato lasciato dalle suore. Ma a far scoprire la verità fu la domanda delle insegnanti all'autista su cosa avesse mangiato a pranzo poiché il bambino ha un'intolleranza alimentare. Poi ci fu una la telefonata alle suore per accertarsi che il pranzo fosse stato quello giusto. Solo allora l'insegnante intuì che qualcosa non andava. I successivi accertamenti medici sul bambino parlarono di tonsillite e disturbo post traumatico da stress. Niente di ricollegabile all'episodio per la difesa che ha concluso l'arringa sostenendo che quel giorno l'autista se disse quella frase alla maestra «lo fece soltanto per evitare di essere incriminato ed indagato».