PESCARA Scende il gelo tra gli ex Pdl dopo il voto sulla decadenza di Berlusconi. Un day after riassunto nelle parole della senatrice Federica Chiavaroli, vice capogruppo Ncd a Palazzo Madama: «Il clima è molto teso, andremo avanti ognuno per la propria strada». Nella stessa mattinata Angelino Alfano conferma che la tregua armata con i fratelli-coltelli di Forza Italia è già un ricordo: «Alle europee ci presenteremo da soli, con il nostro simbolo». L'unico a dispensare fiducia è il governatore Gianni Chiodi, che sul suo profilo facebook si abbandona a toni trionfalistici dopo avere partecipato alla manifestazione romana a sostegno del Cavaliere: «Ora al lavoro! A maggio doppietta: regionali ed europee».
Ma è proprio questo il punto. L'Abruzzo, insieme con la Sardegna, si avvia verso l'election day su pressioni insistenti dell'ex Pdl. Il che vuol dire che a fine maggio gli elettori si troveranno sulla scheda il doppio simbolo di Fi e del Ncd ben separati, come ha spiegato Alfano. E alla Regione cosa succederà? Al momento l'indirizzo è quello di convergere tutti sulla candidatura di Chiodi, ma sei mesi sono un tempo lunghissimo per non prevedere altri scossoni tra gli ex Pdl, e se lo scontro dovesse inasprirsi non è detto che il movimento di Alfano non decida di giocare un'altra partita anche alle regionali, presentandosi con un proprio candidato. Una scelta che imporrebbe a quel punto alleanze forti. Con il centro o di Monti e di Casini, poi con quello che sta nascendo a destra: l'Officina d'Italia di Giorgia Meloni. E non è un caso che il gruppo Pdl in Consiglio regionale si sia già fatto in tre: Ricciuti, Chiavaroli, Sospiri e il presidente Pagano con Fi; l'ex capogruppo Venturoni, Di Paolo e Mincone nel Ncd; Petri e Di Matteo momentaneamente parcheggiati nel gruppo misto ma in attesa di traghettare armi e bagagli nell'Officina. Dal clima che si respirerà all'Emiciclo sin dalle prossime sedute si capirà di più, mentre continuano le grandi manovre per la scelta dei capigruppo e dei coordinatori regionali. Nel Ncd si attenderà probabilmente l'anno nuovo per distribuire gli incarichi più pesanti, come quello di coordinatore regionale. In Fi tutto è in mano alla direzione nazionale. Nazario Pagano resta il candidato più accreditato a rilevare la carica di Filippo Piccone, anche se un ruolo guida nel partito sarà esercitato da Chiodi, che in vista delle regionali si riserva un forte potere discrezionale su tutto, ad iniziare dalla composizione delle liste.
Grandi fibrillazioni anche sul territorio tra sindaci e presidenti delle Province: gli ex Pdl continuano a dividersi o a rivedere le proprie posizioni, scompaginando gli equilibri di giunte, commissioni e gruppi consiliari. Si discute, anzi si litiga, un po' ovunque. Così, l'appello a mantenere i toni bassi con i «cugini» del Ncd, venuto dallo stesso Berlusconi, è durato quanto un amore di mezza estate. E l'Abruzzo non fa eccezione.