ROMA Missione compiuta. O quasi. Va in porto la prima fase dell’aumento di capitale per Alitalia. Si tratta di un passaggio cruciale per disegnare la rotta futura e porre le premesse per presentarsi con i conti in ordine di fronte al nuovo partner industriale. Certo il cammino è ancora lungo ma il primo passo, forse il più importante, è stato compiuto. Ieri la compagnia ha annunciato, con un pizzico d’orgoglio, che in cassa sono arrivati 173 milioni e che «ci sono le condizioni perché la ricapitalizzazione da 300 milioni sia interamente sottoscritta». Insomma, la strada è in discesa. Un concetto già ribadito l’altro ieri nel vertice a Palazzo Chigi in cui si è fatto il punto della situazione. Al momento sia i principali azionisti privati, da Benetton a Colaninno al gruppo Gavio, sia le banche (Unicredit e Intesa), hanno fatto il proprio dovere. E questo nonostante lo scetticismo iniziale e molti uccelli del malaugurio. Ovviamente la partita non è ancora chiusa. Tant’è che da Palazzo Chigi se da un lato filtra la soddisfazione per il successo di questa operazione, dall’altro viene ribadito l’invito a procedere con determinazione sulla strada delle alleanze. Naturalmente la chiusura della ricapitalizzazione, prevista per fine anno, rappresenta la condizione necessaria per accelerare e chiudere - si augura il governo - le trattative avviate il mese scorso nel Golfo.