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Data: 30/11/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Disoccupati record tra i giovani Stipendi, persi 830 euro l’anno

ROMA Disoccupazione giovanile alle stelle. Non si fa in tempo a registrare un record che subito ne arriva un altro: a ottobre il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni ha toccato la stratosferica quota di 41,2%. Un record assoluto per il nostro Paese.
Rispetto a settembre c’è stato un balzo dello 0,7% che diventa una sorta di salto mortale su base annua: +4,8%. Si tratta di dati allarmanti e sconfortanti per i sindacati. Ma che non stupiscono il ministro del Welfare, Enrico Giovannini: «Non sono sorprendenti, pur se negativi». Secondo il ministro «le azioni messe in campo in questi mesi» dal governo «stanno cominciando ad avere effetti, anche se ancora non si vedono sui dati aggregati». Un ottimismo che provoca un commento caustico del presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi: «Beato lui!». Anche la Cgil bolla come «non comprensibile in assenza di scelte straordinarie» l’ottimismo del ministro.
Il fatto è che da qualunque parte giriamo e guardiamo la fotografia dell’Italia, troviamo macchie sempre più estese di desertificazione di ogni genere.
BUSTE PAGA FALCIDIATE

Il paese si sta impoverendo. In tutti i sensi. Anche chi è fortunato e il lavoro ce l’ha - secondo uno studio della Banca d’Italia - si ritrova con meno soldi in tasca: nel biennio 2010-2012 le retribuzioni nette dei lavoratori dipendenti sono diminuite di circa 832 euro all’anno. Il calo - generalizzato per tutti i settori produttivi e per tutte le aree geografiche - è stato di 64 euro al mese. Le retribuzioni sono infatti passate da una media di 1.328 euro a 1.264 euro.
Il rapporto sulle economie regionali di Bankitalia evidenzia anche nel 2013 l’allargamento ulteriore del divario tra Centro Nord e Meridione, a causa «delle caratteristiche strutturali del Mezzogiorno» dove scarseggiano sia le imprese esportatrici (le uniche che vanno bene in questo periodo) che quelle innovative e ad alta produttività.
L’EPIDEMIA DEI PRECARI

Il tasso di disoccupazione generale è al 12,5%, lo stesso di settembre e comunque al top negli ultimi 36 anni (+1,2 su base annua). Sono tre milioni e 189.000 le persone in cerca di occupazione (+9,9% su base annua, 287 mila persone in più). Oltre un milione hanno tra 18 e 30 anni (il tasso di disoccupazione in questa fascia d’età nel terzo trimestre è arrivato al 28%, in aumento di 5,2 punti su base annua). Il lavoro non c’è nemmeno precario.
Anche trovare un contratto di qualche mese, sottopagato e sottoqualificato, è diventata un’impresa disperata per molti. Per la terza volta consecutiva l’Istat registra un calo dei contratti atipici: nel terzo trimestre 2013 sono diminuiti dell’8,8% su base annua . In numeri assoluti si sono persi 253.000 posti (di cui 180.000 contratti a termine). Giù anche le assunzioni fisse: -1,3%.
E allora c’è poco da meravigliarsi se, di fronte a un quadro così nero, c’è un numero abnorme dei cosiddetti scoraggiati, ovvero di chi nemmeno lo cerca più il lavoro, tanto è sicuro di non trovarlo: nel terzo trimestre del 2013 sono 1 milione e 901 mila. Il bacino dei disoccupati è in aumento perché - come sostiene Giovannini - con la crisi e le entrate familiari in caduta libera, anche chi fino a qualche anno fa non pensava di lavorare si è messo sul mercato? Non sembra così, perché a fronte di una impercettibile diminuzione mensile (-0,2%), l’Istat ci rivela che nel terzo trimestre 2013 e per la seconda volta di seguito, anche il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni è aumentato dello 0,7% (attestandosi a ottobre al 36,4%, circa dieci punti di più della media europea).
GARANZIA GIOVANI

Una speranza per gli under 25 può arrivare dal fondo Ue di garanzia per i giovani. All’Italia nel prossimo biennio spetta un miliardo e mezzo. Ieri Giovannini ha annunciato che il piano provvisorio italiano è pronto ed è già sulla via di Bruxelles. I giovani con meno di 24 anni in uscita dal percorso scolastico, potranno rivolgersi ai punti di orientamento all’interno delle scuole, a loro volta collegati con i centri per l’impiego pubblici (500 su tutto il territorio) e quelli privati selezionati dalle Regioni. Obiettivo: fornire a centinaia di migliaia di giovani entro 4 mesi dalla fine della scuola una esperienza lavorativa e formativa retribuita (stage, apprendistato, contratti a termine).

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