PESCARA Il caso della Vas rilasciata al porto di Vasto e non a quello di Pescara inasprisce la polemica fra la politica e la Regione. Il caso denunciato dagli operatori commerciali della dàrsena sulle pagine de «Il Tempo», è stato ripreso dal Pd che si scaglia contro la Regione e chiama alla mobilitazione. Una mobilitazione che punta sull'urgenza di attivare il Piano regolatore portuale, lo strumento tecnico indispensabile per effettuare le opere strategiche di cui il porto ha bisogno per eliminare il cronico problema dell'insabbiamento. «È del tutto evidente che da parte di questo governo regionale ci sia o incapacità o continua ad esserci una contrapposizione premeditata verso la città di Pescara. - è la premessa del capogruppo in Consiglio comunale Moreno Di Pietrantonio - Ed è inaccettabile, anche alla luce degli ultimi fatti accaduti in città a causa dell'esondazione del fiume Pescara, che il Piano regolatore portuale, e in particolare la relativa Vas, sia ferma presso gli uffici regionali da ormai 12 mesi in attesa di una firma di un dirigente per una serie di motivazioni burocratiche al quanto pretestuose, non si capisce perché non si procede come si è fatto per il Piano regolatore portuale di Vasto». Di Pietrantonio punta sull'urgenza di ottenere il via libera della Vas e quindi del Prp «per risolvere i problemi strutturali del porto, a partire dalla diga foranea, prima che accada qualche cosa di irreparabile». Accanto al problema della sicurezza, il capogruppo del Partito democratico sottolinea aggiunge quello del gap economico rappresentato da un porto senza collegamenti commerciali e turistici. «I pescaresi non tollereranno più questi inutili ritardi finalizzati solo a penalizzare la nostra città - conclude Di Pietrantonio - Invitiamo tutti, politica e associazioni di categoria, a una mobilitazione generale contro questo andazzo inaccettabile della Regione che penalizza Pescara e l'Abruzzo. Fra l'altro, l'incapacità della Regione a relazionarsi con le istituzioni comunitarie, abbiamo già perso l'importante occasione del corridoio adriatico. Non è più tollerabile questa inerzia».