ROMA Uno dei passaggi più applauditi al teatro Olimpico della Capitale («è venuta giù la sala», secondo il resoconto della renzianissima Lorenza Bonaccorsi), è stato quando Matteo Renzi ha parlato di sindacato e Cgil. «Non è un reato dire che vogliamo cambiare anche il sindacato, anche la Cgil», ha quasi urlato al microfono, e gli oltre 1.500 presenti hanno mostrato di gradire assai. «Come Pd siamo votati al primo posto dagli statali, poi dai pensionati e solo al terzo posto dagli operai, non siamo più un partito a rappresentanza di tute blu», ripete da tempo il sindaco. Adesso ci ha aggiunto più sostanza, la descrizione della situazione si è via via trasformata in una vera e propria sfida alla Cgil, condita con affermazioni del tipo «se pensate che sarò un segretario che prima di decidere incontra Cgil, Cisl e via sindacando, vi sbagliate di grosso, ognuno deve fare il suo mestiere». Altro che cinghia di trasmissione, qui è la fine delle trasmissioni, si va oltre la rottamazione per investire il ruolo stesso dell’organizzazione sindacale.
Manco a farlo apposta, l’appoggio a sorpresa annunciato e promesso dai pensionati cigiellini (lo Spi-Cgil) a Gianni Cuperlo per le primarie, è diventata un’ulteriore occasione di conflitto. A prima vista sembrava un boomerang per lo sfidante del sindaco, «certo che lo votano i pensionati, rappresenta il vecchio», ma subito si è capito che così non è. Anzi.
A Renzi e al quartier generale renziano che lavora alle primarie è apparso chiaro che lo scendere in campo di un’organizzazione sindacale comunque estesa e capillare, è un altro tassello di quel tentativo di prosciugare l’elettorato renziano e, perché no, ugualmente vincente ma sotto il 50 per cento, nel qual caso l’elezione del nuovo segretario avverrebbe nell’assemblea nazionale dei 1.100. Sulla scelta pro-Cuperlo dello Spi, e ancora di più sui sindacalisti in corsa con il candidato, la polemica è già scoppiata. Lo statuto Cgil, fa notare l’Huffington post, vieta all’articolo 7 la candidatura ad assemblee elettive per i propri dirigenti, «pena la sospensione dell’incarico per 12 mesi». E segue un elenco di dirigenti in lista con Cuperlo in varie parti del Paese. «Si sono candidati, e va bene, è discutibile ma può starci. Mi chiedo però come hanno fatto a mandare in giro quelle lettere per invitare a votare Cuperlo, che strutture hanno usato», domanda polemico il renziano Paolo Gentiloni.
EFFETTO DISSUASIONE
Il tutto all’interno di una situazione che vede diminuire i gazebo dove votare domenica, con renziani e civatiani che ricordano pure i pochi fondi stanziati per la campagna - 276 mila euro - contro i 3 milioni della volta scorsa. «E’ in atto una sorta di campagna di dissuasione, come se si volesse dire agli elettori ”ma che vi interessa andare a votare per il segretario del Pd?”». Nel frattempo, si affilano le armi per il dopo. «Daremo vita a una grande area riformista», anticipa il dalemiano Enzino Amendola, una sorta di correntone pronto a trasformare in un sentiero vietcong la leadership renziana. Arriva pure l’endorsement di Nicola Zingaretti: «Non mi iscrivo a nessuna corrente, ma voto Cuperlo».