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Pescara, 16/05/2025
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Data: 05/12/2013
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Berlusconi: «Mai pensato candidarmi all’estero. Renzi? Moderato, è il mio competitor»

«Non ci ho mai pensato e ho visto con stupore la notizia apparsa sui giornali e nessuno ha pensato di chiamarci per conferma». Lo afferma Silvio Berlusconi, alla presentazione del libro di Vespa commentando la notizia di una sua eventuale candidatura all’estero per le Europee. «Non ho pensato a questo - ha continuato - sono ancora completamente dentro quello che è successo in questi giorni, che non è nuovo in Italia, perché dal 1991 nel nostro Paese la democrazia è stata messa diverse volte a rischio. Sono ancora nell’atmosfera di chi, innamorato della libertà, sente di stare in un Paese che non è più democratico. Non ho nemmeno pensato ad alternative a quella di stare qui a combattere per la nostra libertà».

«RENZI MIO COMPETITOR» - «Gli inizi di Matteo Renzi facevano vedere in lui una persona assolutamente moderata e si vedeva la provenienza dai giovani della Dc», ha detto Berlusconi. «Non ho mai parlato male dei miei competitor».

DEMOCRAZIA A RISCHIO - «Se la legge elettorale rimarrà quella di oggi è logico che bisogna mettere in coalizione tutte le forze del centrodestra» ma Silvio Berlusconi, quanto ai possibili rapporti futuri con l’Ncd di Alfano, che con il Mattarellum «è possibile correre da soli».

SUL PORCELLUM - «Io non credo che a causa di questa legge i cittadini si siano allontananti dalla politica», ha aggiunto Berlusconi. «Io credo che molta colpa degli ultimi 20 anni vada addosso ai cittadini, noi non abbiamo imparato ancora a votate con qualsiasi legge elettorale».

OK A GIUSTIZIA - Forza Italia «potrebbe partecipare» alle riforme «e dare l’ultimo voto necessario sull’articolo 138 se avessimo la certezza che la prima riforma costituzionale fosse una riforma completa e profonda della giustizia».

SULLA CONSULTA - La Corte costituzionale «è un organismo politico della sinistra», ha detto il Cavaliere che sulle istituzioni italiane ribadisce: «La nostra architettura istituzionale è fatta non per decidere, ma per vietare. Il presidente del Consiglio italiano ha solo il potere di stendere l’odg del Consiglio dei ministri».

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