Centinaia di lavoratori dall'assemblea in prefettura, bloccando il traffico. Trattativa fiume con l'azienda, poi i lavoratori votano il muro contro muro: andiamo avanti
FIRENZE - Il prefetto di Firenze Luigi Varratta ha firmato la precettazione di tutto il personale di Ataf in modo da assicurare il regolarmente svolgimento del servizio di autobus. La decisione, si legge in una nota, è stata presa, si legge in una nota, «per garantire alla città il regolare servizio di trasporto urbano» dopo il mancato raggiungimento di un accordo nella riunione di oggi. «Il provvedimento - si spiega nella nota - è stato adottato al termine della riunione, convocata ieri pomeriggio a Palazzo Medici Riccardi, per scongiurare l'ipotesi di uno sciopero ad oltranza, circolata nella giornata». «Dopo un serrato confronto durato oltre cinque ore, l'incontro, al quale hanno partecipato la dirigenza dell'azienda e tutte le sigle sindacali, si è chiuso senza che sia stato trovato un accordo. Una volta uscite da palazzo Medici Riccardi - ricostruisce il comunicato della prefettura - le componenti autonome della Rsu si sono recate all'assemblea dei dipendenti per sottoporre ai lavoratori l'esito della riunione. Nell'incertezza della situazione che si è venuta a creare - conclude il comunicato - il prefetto ha pertanto deciso di precettare tutto il personale per garantire alla città il regolare servizio di trasporto urbano».
Ma nella mensa di viale dei Mille i dipendenti si consultano dopo le notizie arrivate dalla prefettura: andiamo avanti con lo sciopero è la decisione dell'assemblea. Proseguirà anche oggi quindi lo sciopero selvaggio degli autisti Ataf, nonostante i lavoratori siano stati precettati dal Prefetto di Firenze, e non saranno nuovamente rispettate le fasce orarie di garanzia. «Andiamo avanti con lo sciopero - ha spiegato il coordinatore della Rsu Ataf, il Cobas Alessandro Nannini - e la responsabilità è solo dell'azienda perchè ha rigettato la piattaforma e le proposte avanzate dalla Rsu come la richiesta di sospendere la disdetta degli accordi integrativi, prevista al 31 dicembre, fino al 28 febbraio 2014». La decisione di proseguire la protesta, è stato spiegato, è avvenuta a larghissima maggioranza tra i lavoratori e solo tre avrebbero manifestato l'intenzione di uscire alla guida degli autobus per svolgere regolare servizio. Secondo quanto appreso non sono inoltre escluse ulteriori manifestazioni o proteste dei lavoratori.
Solo due autobus hanno effettuato servizio giovedì. È stato un blocco pressoché totale dei bus Ataf a Firenze. Lo sciopero proclamato dalla Rsu si è trasformato in un'assemblea permanente «dopo la scelta dell'amministrazione comunale di privatizzare l'azienda e dall'intenzione confermata dal nuovo gestore privato di disdettare tutta la contrattazione aziendale oltre a voler dividere ATAF fra i tre soci proprietari» scrivono i sindacati. E poi i lavoratori, centinaia, sono andati in corteo fino alla prefettura. Risultato: il traffico, già in sofferenze per lo sciopero, si è bloccato all'altezza di piazza della Libertà. Fra i manifestanti, anche settanta autisti arrivati da Roma, e cinque da Genova.
Una delegazione ha parlato con il prefetto Varratta, che ha convocato le Rsu per evitare che i lavoratori protraggano l'assemblea permanente saltando tutte le fasce di garanzia del servizio. «Non ci sono i tempi tecnici per procedere ad una precettazione formale – ha spiegato il prefetto – ma deve cessare ogni comportamento contrario alla legge, provvedendo ad osservare la prossima fascia di garanzia. E’ mio dovere tutelare la legalità e gli interessi dei cittadini che da questa situazione stanno subendo grossi disagi». Durante l’incontro Varratta non è entrato nel merito della trattativa tra azienda e sindacato, ma ha offerto per il futuro la sua mediazione sui punti più controversi. «Faccio appello al vostro senso di responsabilità – ha detto il prefetto – perché oggi siamo di fronte a una forzatura che va a danno anche degli stessi lavoratori». Con la violazione delle fasce di garanzia, infatti, i tramvieri sono passibili di denunce penali e di sanzioni da parte della Commissione nazionale di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Nel pomeriggio, intorno alle 16.30, nuovo incontro del prefetto con i sindacati. Una riunione durata fino a notte, mentre i lavoratori si sono riuniti di nuovo in assemblea nella sede di viale dei Mille.
La scorsa settimana c'è stato un tentativo, da parte dell'azienda, di fermare lo stato di agitazione con la proposta era di rinunciare allo «spacchettamento», cioè al passaggio dei lavoratori di Ataf nelle tre aziende che hanno acquistato la spa di trasporto pubblico (BusItalia, cioè Ferrovie, Cap e Autoguidovie) e di cancellare i circa 80 esuberi previsti. Ma in cambio veniva chiesto un abbassamento dello stipendio (comunque maggiore di quello raggiunto dai contratti decentrati sempre nelle tre spa di diritto privato), un aumento delle ore di lavoro e una diminuzione dei giorni di riposo (ora 84, avrebbero dovuto essere comunque di più dei 52 del contratto nazionale). La proposta è stata bocciata dall’assemblea dei lavoratori, venerdì notte.
«Ad oggi, ad un anno esatto dall'ingresso del privato, non è mai stato presentato alcun piano industriale, nessun progetto, se non quello di ridurre il personale anche con trasferimenti “obbligati” in altre aziende fuori regione, nonostante la carenza cronica di autisti che comporta un ricorso allo straordinario medio giornaliero del 25%. Le recenti imposizioni che hanno creato condizioni di lavoro non più sopportabili dall'intero settore autista hanno oltrepassato i limiti di sicurezza e di stress che la stessa Medicina del Lavoro con sue indicazioni aveva invitato a non oltrepassare e soprattutto sono stati violati i limiti di dignità umana non concedendo neanche il diritto ad espletare i naturali bisogni fisiologici se non dopo 4,5 ore di guida consecutiva per un tempo massimo di 15 minuti comprensivo dei ritardi accumulati a causa del traffico. Il rispetto di ogni lavoratore e lavoratrice (circa 70 donne autista) che ogni giorno devono “arrangiarsi”, non può più venire meno. Oggi, a forza di tirare la corda, si è rotta. Non lasceremo morire il nostro lavoro e la nostra salute. Chiediamo a tutti i cittadini di esserci al fianco nonostante oggi sia anche per loro una giornata di grande disagio. I valori di dignità, di rispetto di ogni lavoratore non possono soccombere a chi fa della politica il proprio tornaconto personale. L'Italia ha bisogno di procedere in un verso giusto. Se questo è il nuovo che avanza..., troverà la risposta di tutti gli uomini e le donne di buonsenso.