ROMA Forconi, ritorna la protesta. Non solo in Sicilia, dove il movimento formato da autotrasportatori e agricoltori è nato un anno fa. Tir e auto in 96 presidi in tutta Italia a partire dalle 22 di questa sera minacciano di bloccare il Paese fino al 13 dicembre per dire “No alle politiche austere, per cacciare il governo, e chiedere l'uscita dall'euro”. Allarmato il Viminale secondo cui le manifestazioni non governate dalle sigle sindacali possono avere conseguenze gravi. C’è infatti il rischio di infiltrazioni da parte di frange violente della estrema destra anche perché aderiscono “alla causa”, tra gli altri, esponenti di Casa Pound e Forza Nuova che potrebbero scontrarsi con i Cobas, la cui presenza è data per probabile. Chi non aderirà, invece, sono le maggiori sigle sindacali degli autotrasportatori – Unatras, Anita e Aitc - scelta valutata con preoccupazione.
IN SICILIA
Intanto ieri sera a Catania c’è stato l’assalto ai distributori di benzina. Auto incolonnate, traffico impazzito e file nei supermercati. Il movimento dei Forconi nato sul territorio siciliano ribadisce che «da lunedì 9 (domani per chi legge, ndr) bloccheremo Ventimiglia e tutte le frontiere. Abbiamo in mano l’Italia». Accanto agli agricoltori ci saranno i veneti di Azione rurale, i forconi pugliesi e il Life.
CITTÀ COINVOLTE
Da trenta i presidi pianificati nelle strade e nelle piazze di tutta Italia sono diventati, con il passare delle ore, novantasei. Tra le città coinvolte: Roma, Milano, Torino, Verona, Padova, Bologna, Genova, Napoli, Bari, Salerno, Catanzaro, Catania, Cagliari, Palermo, Ragusa, Messina e Siracusa. Ma il vero pericolo riguarda i blocchi stradali e ferroviari per paralizzare completamente la circolazione in alcune regioni, prima fra tutte la Sicilia, proprio come accaduto lo scorso anno. In aggiunta si teme la saldatura con gruppi considerati eversivi, capaci di provocare disordini e addestrati a compiere «azioni di resistenza passiva». Una mobilitazione che naturalmente non sfugge all'attenzione degli apparati di sicurezza e di intelligence. L’appoggio di Casa Pound e Forza Nuova alla contestazione è stato espresso pubblicamente. Inoltre, altri gruppi, comprese alcune frange ultrà, avrebbero deciso di aderire ai cortei. Non a caso i prefetti di diversi capoluoghi, sulla base di una circolare inviata dal Viminale, hanno già emanato ordinanze per vietare assembramenti stradali a garanzia dei diritti dei cittadini e per la continuità dei servizi essenziali. Non solo. Se la protesta dovesse degenerare l’ordine imposto dal capo della Polizia Alessandro Pansa è quello di rimuovere «i blocchi nei porti, aeroporti, autostrade e reti ferroviarie».
“Buona rivoluzione a tutti”, è il saluto che i promotori di “Fermiamo l'Italia” si scambiano su siti e social network. Sul web si annuncia una «lotta che non ha dietro sindacati o partiti, né apparati di alcun tipo. La mobilitazione del 9 dicembre è partita, sulla scia del Movimento dei Forconi di Mariano Ferro, e coinvolge giovani disoccupati, esclusi e nuovi poveri».
I MESSAGGI
Da Catania il leader dei Forconi Mariano Ferro è categorico: «Andremo avanti ad oltranza. Siamo disposti a farci arrestare, qualcuno potrebbe arrivare a gesti estremi». «Questo governo - ha proseguito Ferro - ci deve dire cosa vuole fare oppure è meglio che vada a casa».