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Data: 08/12/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Bilancio, la spunta Dogali nessun ritocco dell’Imu. Ora vanno trovati i 4,3 milioni per sanare il buco

Non ci sarà alcun aumento dell’Imu. Alla fine di una lunga settimana di fuoco, il centrodestra ha ceduto, concedendo all’alleato Udc-Ppe ciò che chiedeva per salvare il Comune dal commissariamento. Almeno per ora, dunque, la maggioranza a Palazzo di Città resta compatta, in attesa di scoprire cosa accadrà mercoledì, quando si dovrà approvare il bilancio 2013. Cambia solo l’aliquota sulla prima casa che passa da 3,5 per mille al 4 per mille: «Un tecnicismo per evitare di dover restituire allo Stato un milione e 700mila euro, di fatto l’Imu sulla prima casa è stata abolita» ha detto Dogali.
L'ultimo vertice. Ieri mattina il consiglio comunale si è aperto alle 10 e il centrodestra ha chiesto subito uno stop per trattare con Vincenzo Dogali, capogruppo Udc-Ppe. Dogali e i suoi, infatti, si sono detti sempre contrari all'aumento dell'imposta, per racimolare due milioni, proposto dal rsto della maggioranza: «Non voteremo mai l'aumento delle tasse», avevano dichiarato i centristi, mettendo a repentaglio la sopravvivenza del governo Mascia. Come uscirne? Dato che senza i voti dell’Udc-Ppe il centrodestra non avrebbe avuto i numeri per far passare la delibera, in sala giunta, alle 11 di ieri, il governo cittadino ha firmato la sua resa, presentando un emendamento, su cui pende però il parere negativo del dirigente dell'ufficio tributi, che cancella l’aumento dell’Imu.
L'accordo. Resteranno dunque invariate le aliquote stabilite dal consiglio. A decretarlo, il voto di Pdl e Udc, mentre l'opposizione si è astenuta. Entro mercoledì, però, bisognerà trovare comunque un sistema per reperire i 2 milioni di euro di buco di bilancio (in totale 4,3, di cui la metà già recuperati con tagli alla spesa e rimandando al 2014 il pagamento di contenziosi persi). La partita non è finita. «Siamo arrivati a un compromesso - ha dichiarato l'assessore Antonelli -. L'Imu non verrà aumentata e studieremo ogni possibile strada per trovare risorse alternative. Pensiamo di posticipare al 2014 spese rinviabili, ma anche di abbassare il fondo di svalutazione del credito, attualmente fissato a 5,5 milioni di euro, ovvero 2,3 in più di quello previsto dalla legge». Su quest'ultima opzione, però, Dogali ha già messo il veto: il suo gruppo non voterà una manovra bocciata dal revisore dei conti. L'amministrazione Mascia resta ancora appesa ad un filo, il cui capo è in mano all'Udc-Ppe.
Il pensiero di Dogali. «Quella di oggi è una piccola vittoria, perché abbiamo scongiurato l'aumento delle tasse per i pescaresi, ma resta il fatto che in sede di bilancio non appoggeremo delibere non conformi alla normativa - ha detto Dogali -. Valuteremo se astenerci, votare contrario o uscire dall'aula». In questi ultimi casi, si assisterebbe alla caduta del governo Mascia.
L'opposizione. E se per Fli è praticamente certo che la maggioranza non riuscirà a sbrogliare questa matassa, anche perché mercoledì, ha assicurato il capogruppo Pignoli, «presenteremo un documento che preveda un lascito importante per i senza lavoro, gli inoccupati, i cassintegrati e i pensionati», il Pd si interroga sul silenzio del Prefetto. «Il bilancio andava approvato entro il 30 novembre - ha dichiarato Di Pietrantonio -. Superata quella data, il prefetto avrebbe dovuto mandare una diffida al Comune, come accaduto nel resto d'Italia, e invece non lo ha fatto. Un altro tassello da aggiungere a questo mosaico poco edificante per la città».

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