TERAMO Anche in Abruzzo arriva la protesta dei “Forconi”, il movimento che si sta coagulando inItalia attorno a tre parole d’ordine: no alla globalizzazione selvaggia, no a questo modello di Europa e sì a riprendersi la sovranità popolare e monetaria. Previsti blocchi dei trasporti merci. I punti critici nella regione saranno i caselli dell’autostrada di Teramo dove sono stati annunciate manifestazioni. Ma cortei e sit-in si annunciano anche a Pescara. Da questa mezzanotte la questura di Teramo ha organizzato servizi a tutti i caselli autostradali della provincia per cercare di evitare disagi alla circolazione. Da quel che trapela a livello locale il "Comitato 9 dicembre" di cui fanno parte tra gli altri l'associazione Arco e Stefano Flajani leader del partito di ultradestra Alba Dorata, dovrebbe organizzare un blocco al casello della Val Vibrata dell'A14. Non si sa se sarà un'azione di protesta simbolica o se si tramuterà in un vero e proprio blocco prolungato nel tempo. La seconda ipotesi è meno probabile in quanto non c'è una grossa adesione dei sindacati degli autotrasportatori, come avvene in una precedente occasione. Annunciato anche un sit in a Villa Rosa e un'assemblea nella sede dell'Arco di Teramo in via Ponte San Giovanni. A Pescara il Comitato 9 dicembre farà una manifestazione in piazza Duca d’Aosta, poco distante dal Comune. Calcellato il sit-in davanti al municipio perché, dice Gabriella Maria Bottini, il referente dei gruppi abruzzesi, «il comune ci aveva chiesto una cifra eccessiva per l’occupazione di suolo pubblico. E noi siamo in gran parte disoccupati e non ce lo possiamo permettere». Perché manifestate? «Ci hanno portati alla fame e alla disperazione», dice la Bottini, «anzi, siamo oltre la disperazione, non abbiamo futuro, basta vedere le cifre della disoccupazione, per questo cerchiamo di muoverci e di farci sentire». Nessuna connotazione di partito tra i partecipanti. «Siamo un gruppo aperto, ci organizziamo via Facebook», spiega la Bottini. In piazza, come recita il loro manifesto, ci sarà «L’Italia che produce, l’Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti, dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque vogia dire basta». Tra le sigle che hanno aderito: i Forconi, i Cobas Latte (Cospa), il Movimento autonomo autotrasportatori, Azione rurale Veneto e altre. L’obiettivo del movimento è di essere convocato dal governo, come ha spiegato uno dei leader nazionali della protesta Maurizio Longo, segretario generale di Trasportiunito, organizzazione del settore dell'autotrasporto che aderisce alla mobilitazione: «Tutto questo può essere ancora spento. Ma chiediamo di essere convocati dal governo. Altrimenti, prenderemo atto che un esecutivo dalla dubbia legittimità, che usa la forza anziché la ragione, non lascia alternativa possibile se non quella di essere affrontato in piazza». E spiega: «avevamo proposto al governo una piattaforma di cinque punti. stata respinta, si è preferito ascoltare le altre associazioni, così sono state introdotte nella Legge di Stabilità due misure che noi avversavamo».