PESCARA In fila nei gazebo e nelle sezioni di partito in un giorno di festa come quello dell'Immacolata solitamente dedicato al riposo e agli allestimenti natalizi. Non era affatto scontato, alla vigilia delle primarie. Così anche in Abruzzo il Pd festeggia il ritorno fra la gente: 54.143 votanti per l'elezione del nuovo segretario nazionale, passaggio chiave per i prossimi appuntamenti: dal congresso regionale (la data sarà indicata a giorni dalla nuova segreteria nazionale) alla full immersion di primavera che riporterà gli abruzzesi alle urne per europee, regionali, amministrative e, chissà, anche per le politiche.
I dati definitivi confermano il dominio assoluto di Matteo Renzi su Gianni Cuperlo e Pippo Civati, con una media del 67,30% che rispecchia sostanzialmente il dato nazionale. Renzi ha conquistato 36.439 preferenze su 54.143, ma con un andamento diverso nelle quattro province. Il sindaco di Firenze stravince a Pescara e a Teramo, dove ottiene rispettivamente il 72,77% e il 72,93%. Nella provincia dell'Aquila si ferma invece al 61,84%, e a Chieti al 62,13%. Il dato più omogeneo è quello di Civati che distribuisce i suoi 6.711 voti senza grandi variazioni nelle quattro province: 11,43% a Chieti, 12,91% a L'Aquila, 12,84% a Pescara, 12,59% a Teramo. Cuperlo raccoglie invece 10.993 preferenze con una media del 20,30%, ma con variazioni significative sul territorio: il risultato migliore nella provincia di Chieti (dove era sostenuto dal sottosegretario Giovanni Legnini) con il 26,42%, poi L'Aquila con il 25,24%. Meno esaltante il risultato di Pescara: 14,38% e di Teramo: 14,47%, non a caso le due province dove Renzi ha conquistato percentuali quasi bulgare a sfiorare il 73%.
Sono proprio i due giovani comitati del sindaco di Firenze, quello di Teramo guidato da Vincenzo Di Marco e quello di Pescara lanciato più di un anno fa da Giacomo Cuzzi, ad esultare per un risultato che ha del clamoroso e che rappresenta un segnale forte indirizzato alla vecchia classe dirigente del partito. Cuzzi lo dice senza troppi giri di parole: «L'Italia ha deciso di cambiare verso. Ora tocca a noi, senza più alibi, far cambiare verso all'Abruzzo adoperando la forza delle nostre idee». Poi la prima stoccata: «Non è la fine della sinistra, come qualcuno vorrebbe far credere, ma è sicuramente la fine di una classe dirigente opaca che anche nella nostra regione e nella nostra provincia ha prodotto fallimenti». I giovani renziani, insomma, si sentono più che mai legittimati ad alzare il tiro, consapevoli che dopo l'8 dicembre niente sarà più come prima. E Cuzzi lo spiega così: «Nessuno può immaginare di continuare a gestire il Pd con le stesse logiche che l'hanno fatto fallire. Si apre una stagione nuova».