«La nostra classe politica ha perso il senso della realtà». È questo il grido d’allarme lanciato ieri da Paolo Castellucci, già segretario della camera del lavoro di Pescara neoeletto segretario provinciale dello Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati che, all’auditorium Petruzzi, ha riunito i suoi aderenti in assemblea nell’ambito della mobilitazione indetta per protestare contro la legge di stabilità, che sabato vedrà scendere in piazza a Pescara gli aderenti abruzzesi di Cgil, Cisl e Uil. Nell’occhio del ciclone, c’è dunque la crisi del welfare italiano ed abruzzese, con l’aumento delle disuguaglianze tra ricchi e poveri: «In Abruzzo - denuncia Castellucci, citando le cifre di Censis e Istat - il tasso di povertà è aumentato di tre punti, dal 2011 al 2012, superando il dato medio nazionale, con oltre 100 mila famiglie sotto la soglia di povertà. È questa una situazione drammatica che stride con l’ottimismo espresso dal presidente della Regione Gianni Chiodi, il quale parla di una sanità risanata quando a Pescara occorre attendere 357 giorni per sottoporsi ad una visita cardiologica, 200 giorni per una colonscopia e un anno e mezzo per una mammografia e, intanto, il direttore generale della Asl intasca 34 mila euro di premio per il raggiungimento degli obiettivi».
Da qui l’appello, affinché la politica regionale torni ad investire sul sociale a beneficio dei giovani ed anche dei 21 mila anziani ultraottantenni pescaresi considerando che, in Italia, si spende meno che in Europa e in Abruzzo, ancor peggio, non si spende proprio: «Si parla - osserva il segretario provinciale Spi-Cgil di Pescara - della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, però nessuno dice che la nostra Regione è stata l’ultima, in Italia e in Europa, nella spesa di quelli 2007-2013. Tutto questo, a conferma che la nostra classe politica è del tutto distaccata dalla realtà, mentre dovrebbe intervenire erogando servizi che, ad ora, sono infinitesimali rispetto al reale fabbisogno». Lo Spi e la Cgil in generale, dunque, si assumeranno l’onere di far rispettare i diritti della cittadinanza, davanti le istituzioni, attraverso la contrattazione sociale: «Nel nostro territorio - spiega Emilia Di Nicola, segretaria provinciale pescarese della Cgil - la applichiamo da anni per rispondere alle emergenze della crisi, individuando specifici obiettivi mediante i quali ci siamo confrontati con gli enti locali ottenendo, anche faticosamente, di produrre risultati arrivando a ridurre le tasse».
Un modello confermato anche a livello nazionale: «La strada della contrattazione sociale - conclude Giovanna Zippilli, segretaria regionale generale dello Spi-Cgil - è l’unica strada per erodere le tasse e migliorare il reddito. Dobbiamo quindi riuscire ad aprire un tavolo di confronto con la Conferenza delle regioni e l’Anci e poi, in ambito locale, contare sulla partecipazioni degli aderenti che lottino per il cambiamento».