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Pescara, 16/05/2025
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Data: 11/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
D’Alfonso chiede l’abbreviato. Ecosfera, si decide il 9 gennaio. L’ex sindaco vuole accorciare i tempi in proiezione Regionali

L'AQUILA Non c’è tempo per attendere i tempi della giustizia se dietro l’angolo c’è la necessità di allontanare tutte le ombre giudiziarie in vista delle Regionali. Per questo Luciano D’Alfonso, candidato in pectore del Pd, sceglie il rito abbreviato per chiarire prima possibile il suo presunto coinvolgimento nel caso Ecosfera. L’ex sindaco di Pescara ci entra con l’accusa di corruzione per aver chiesto un incarico per sistemare il suo ex assessore in Comune a Pescara, Massimo Luciani in cambio, secondo l’accusa condotta dal pm Picardi, di uno studio commissionato ad Ecosfera sul porto. D’Alfonso, tramite il suo legale Milia, ha scommesso ieri mattina sulla sua innocenza in apertura dell’udienza preliminare tenuta dal giudice Gargarella chiedendo il rito abbreviato. L’udienza si è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto visto che il giudice ha aggiornato tutto al 9 gennaio quando gli 11 indagati in ballo sapranno se li aspetta il processo per la complessa vicenda smascherata dalla Mobile di Pescara. Nello stesso giorno, invece, D’Alfonso, grazie al rito abbreviato - e se non ci saranno ulteriori intoppi - avrà in mano una sentenza che chiuderà - in un senso o nell’altro - la sua posizione nella vicenda. «La mia innocenza è desumibile per tabulas, ho piena fiducia nell’operato dei magistrati» aveva dichiarato D’Alfonso la scorsa estate quando ricevette l’avviso di chiusura delle indagini. Ora l’ex sindaco di Pescara rinunciando alla fase dibattimentale, sarà giudicato nel merito e sulla base dello stato degli atti. Va ricordato anche che nel corso della precedente udienza di ottobre, l’avvocato Milia aveva cercato lo stralcio sulla posizione del suo assistito adducendo a motivazione il capo di imputazione separato ed avulso da quelli degli altri indagati. Lo stralcio non venne concesso.
IL DIFETTO DI NOTIFICA

Fuori dalla posizione di D’Alfonso invece la giornata di ieri non ha aggiunto novità. L’udienza preliminare per l'inchiesta «Caligola» ha rinviato al prossimo 9 gennaio l'appuntamento in aula. La motivazione dello slittamento, citata dallo stesso magistrato, è stata costituita dalla impossibilità di notificare a tutti la data già slittata a ieri dell'udienza dello scorso 8 ottobre.
LE IPOTESI DI REATO

Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono associazione per delinquere per corruzione aggravata e falso. Secondo l’accusa c’era un sistema ben oliato per pilotare gli appalti regionali con fondi comunitari verso imprenditori amici in cambio di consulenze e favori: la vicenda esplose con sette arresti nel gennaio del 2012. Gli 11 indagati per i quali il pm ha chiesto il processo sono i titolari di Ecosfera Duilio Gruttadauria e la moglie Anna Maria Teodoro, l’ex segretario di Del Turco Lamberto Quarta, la superdirigente regionale Giovanna Andreola e il marito Michele Galdi, l’imprenditore Corrado Troiano, il funzionario Oics Mario Gay, e poi Camillo Cesarone, Bernardo Notarangelo, Domenico Peca. Nell’inchiesta oltre D’Alfonso, era finito anche un altro indagato eccellente, il vice presidente della attuale giunta regionale Alfredo Castiglione - anche lui con una posizione defilata: la sua difesa ha presentato una memoria difensiva.

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