ROMA Il giorno dopo i disordini di Torino con l’inizio delle proteste dei Forconi in decine e decine di città, il gesto di distensione di poliziotti, carabinieri, finanzieri, che in piazza Castello come a Genova, Milano, Rho si sono tolti il casco di fronte ai manifestanti, diventa la scintilla che dal blog di Beppe Grillo fa divampare una nuova polemica. In una lettera aperta ai vertici dell’Arma, della Polizia e dell’Esercito, Grillo lancia alle forze dell’ordine l’invito che fa insorgere la politica, ma soprattutto provoca l’alzata di scudi di tutti i sindacati di polizia. «Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarvi davanti al palazzi del potere infangati dalla corruzione o dal malaffare – chiede Grillo – Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro» conclude, chiedendo che agli agenti sia dato l’ordine di togliersi il casco e di «fraternizzare» con i cittadini. Le istituzioni, come i partiti, dice, sono ormai «delegittimate». «Le forze dell’ordine proteggono le istituzioni, e le istituzioni non si toccano» replica a Grillo il ministro dell’Interno Angelino Alfano, mandando un segnale inequivocabile a chi è in piazza: «Non consentiremo che le città vengano messe a fuoco. La linea è quella del rispetto della legge e della democrazia, noi siamo per dare supporto a chi protesta pacificamente» dice Alfano, che nel che pomeriggio ha presieduto un vertice al Viminale convocato per fare il punto su una contestazione informe e magmatica in cui rischiano di saldarsi opposti estremismi, generando un focolaio pericoloso. Il Pd accusa Grillo di «toni e contenuti eversivi», parla di «puzza di golpismo»: «Non gli consentiremo di incendiare il Paese» avverte Alessia Morani, responsabile Giustizia. Di «linea eversiva» parla anche Fabrizio Cicchitto, Nuovo centrodestra. Per la Lega, come per Sel e Fratelli d’Italia Grillo tenta di cavalcare la contestazione, mentre Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, definisce «sottovalutata» la protesta dei Forconi e chiede al governo di convocare le associazioni di categoria. Ma la risposta più dura a leader a Cinque Stelle è quella dei sindacati di polizia. Nonostante le scarse risorse, gli organici all’osso e i «contratti fermi da cinque anni» che hanno cristallizzato gli stipendi a livelli di sopravvivenza. Nonostante i poliziotti condividano spesso il disagio dei manifestanti. «Grillo smetta di fare il ridicolo, pensi a fare il politico» attacca il segretario del Sap Nicola Tanzi. Il gesto di togliersi il casco, spiega, «viene fatto quando non ci sono più rischi, per abbassare la tensione», dunque «nessuna condivisione» delle ragioni della protesta. A confermarlo è anche il capo del reparto Mobile di Torino, Giuseppe Iorio: «I poliziotti hanno eseguito una disposizione del dirigente del servizio». «Respingiamo al mittente gli inquietanti e farneticanti inviti all’insubordinazione rivolti da Grillo» dice il segretario del Siap Giuseppe Tiani, che definisce la polizia «sentinella della libertà». Ricorda Felice Romano, segretario del Siulp: «I poliziotti hanno giurato fedeltà alla Repubblica, alle istituzioni e al popolo» e il gesto che si è ripetuto nelle piazze è «simbolico, non di adesione, per dire che noi viviamo la stessa drammaticità che vivono tutti i cittadini». Dice «no a strumentalizzazioni» anche Daniele Tissone, del Silp Cgil. «Non siamo burattini nelle sue mani» dice Francio Maccari, del sindacato indipendente Coisp. «Durante le manifestazioni i poliziotti – ricorda il segretario dell’associazione dei Funzionari di polizia, Lorena La Spina – sono prima di tutti un elemento di garanzia della vita democratica».