Sale di tono la protesta del Movimento 9 Dicembre in provincia di Teramo. Ad Alba il traffico ha subito diversi blocchi e vistosi rallentamenti per il presidio portato alla rotonda tra la Statale 16 e la Sp 259, a soli 700 metri dal casello autostradale. «C’è il rischio della deriva sociale» dichiara il segretario della Cgil, Alberto Di Dario. «Le proteste sono legittime, qui c’è gente che sta male, senza più un lavoro, ma si nota che si stanno innestando situazioni poco chiare, non si sa chi si muova esattamente dietro questo movimento». «Ci potevamo attendere una cosa del genere» è il commento del presidente della locale Confindustria, Salvatore Di Paolo. «Sta venendo fuori la disperazione della gente, speriamo che la situazione non degeneri, anche alla luce di una probabile ripresa economica, comunque tutto ciò sia da pungolo per i politici».
Ieri a Teramo nel presidio di Ponte San Ferdinando si sono vissuti attimi di tensione allorquando Domenico Rofi si è avvicinato ai ragazzi con una bandiera di Rifondazione comunista calcando un berretto da generale da armata rossa. Per evitare che la protesta si colorasse di tinte politiche gli aderenti del movimento hanno cercato di dissuadere l’uomo: ne è nato un parapiglia con alcuni spintoni. A dar manforte è sceso da una Panda un uomo che ha voluto dare il suo apporto ai ragazzi. La polizia è intervenuta immediatamente caricando Rofi nell’auto tra gli applausi dei ragazzi che impugnavano il tricolore. «Siamo arrabbiati per quello che è successo, noi siamo un movimento pacifico e apartitico» sottolinea Cristina col megafono a portata di mano, la donna simbolo di questa protesta teramana. La gente dietro i finestrini delle auto in maggior parte risponde positivamente alle sollecitazioni dei giovani: la mira delle loro invettive sono i politici. Altri sbuffano per il traffico rallentato.
Nel presidio di Alba i camionisti simulano improvvise rotture appunto per cercare di bloccare il flusso di auto e contribuire alla protesta «perché altrimenti- spiega Stefano Flajani- sarebbero sottoposti a dure reprimende: qui rispettiamo le forze dell’ordine e il loro lavoro, gli offriamo pure il caffè, ma noi andiamo avanti, prossima tappa, Roma». Alcuni automobilisti si sono fermati per stendere un biglietto da 5 euro per far stampare più volantini. Franco De Angelis, coordinatore del presidio di Teramo, lamenta una scarsa partecipazione degli aderenti dei movimenti politici e sindacali: «Hanno preferito un arroccamento sterile» è il suo commento. Chiede ai teramani di unirsi a loro. Nel capoluogo i commercianti sono stati invitati dai ragazzi del movimento ad esporre il loro volantino che recita: «I veri italiani (disoccupati, precari, pensionati, lavoratori di ogni settore, studenti, madri e padri) si fermano per mandare a tutti a casa».
Prossima tappa del movimento teramano: la sede di Equitalia o Piazza Garibaldi, queste sono le due ipotesi per il momento.