Trovata l’intesa per il passaggio dell’esame della legge elettorale dal Senato alla Camera. Questo l’esito del vertice tra Grasso e Boldrini a Montecitorio. «I presidenti Grasso e Boldrini - si legge in una nota congiunta- , nel definire l’intesa sul passaggio della materia elettorale alla Camera dei deputati, hanno convenuto sull’esigenza, anche ai fini di un’equilibrata condivisione dell’impegno riformatore, che il Senato abbia la priorità nell’esame dei progetti di legge di riforma costituzionale già presentati e preannunciati, in particolare quelli concernenti il superamento del bicameralismo paritario e per l’avvio di un più moderno ed efficiente bicameralismo differenziato».
L’INTESA - Dunque la legge elettorale passa a Montecitorio mentre palazzo Madama esaminerà la trasformazione del Senato. Secondo la nota «tale percorso richiede evidentemente una conseguente e chiara assunzione di responsabilità da parte dei gruppi politici di entrambi i rami del Parlamento». Quasi in contemporanea il presidente del Senato ha preso anche a “cinguettare” «Ero sicuro dell’intesa con Laura Boldrini nell’interesse del Paese -scrive in un tweet- : legge elettorale alla Camera e riforme istituzionali al Senato».
FRANCESCHINI - Entusiaste le prime reazioni. «In assenza di un accordo tra le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione - scrive il ministro per i rapporti con il parlamento Dario Franceschini- i presidenti delle Camere hanno compiuto una scelta equilibrata che rispetta il ruolo di Senato e Camera e consente di chiudere una discussione sul metodo per avviare finalmente un lavoro sul merito». E poi aggiunge: «Vorrei si ricordasse che le legittime opinioni diverse tra gruppi della maggioranza sull’iter dei provvedimenti, non c’entra nulla col principio ribadito dal presidente del Consiglio e dai leader dei partiti che sostengono il governo, a cominciare dal neosegretario del Pd Matteo Renzi, che sulle regole si parte ovviamente da un’intesa dei partiti di maggioranza, per poi doverosamente cercare un accordo più largo in Parlamento».
QUAGLIARIELLO - «L’ovviamente di Dario Franceschini chiude ogni polemica -replica a tamburo battente il ministro Gaetano Quagliariello- ora accordo a partire dalla maggioranza e avanti tutta su riforme e legge elettorale!». E ancora: «A questo punto è ovvio per tutti». «La decisione dei presidenti delle Camere sulla legge elettorale è saggia. Per il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi, buona la prima. A Montecitorio ora serve una marcia in più» affermano i senatori Pd Isabella De Monte, Rosa Maria Di Giorgi e Andrea Marcucci. «Come Pd ci impegneremo per portare avanti in tempi brevi -assicurano i parlamentari- la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie».
DELRIO - « Si è capito che bisogna dare un’accelerata» afferma il ministro per gli affari regionali, Graziano Delrio, ospite di «Otto e mezzo». «Quello che vediamo nelle piazze e anche la partecipazione alle primarie del Pd dicono che servono decisioni - ha aggiunto - al Senato c’era uno stallo, era sotto gli occhi di tutti, così il Senato non viene esautorato, perché comunque la legge dovrà passare da Palazzo Madama».