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Data: 13/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
E sulla manovra Forza Italia vota gli emendamenti M5S

ROMA Come definire il nuovo inciucio delle nuove larghissime intese? Chiamiamolo Grillusconi. Grillo più Berlusconi, come un tempo esisteva Dalemoni. Non erano acerrimi nemici il comico e il tycoon? Macchè, non lo sono mai stato. Anche se Belle chiama Silvio «la salma» e ha fatto di tutto per mettersi sul petto la medaglia per avere spinto il carissimo nemico, cioè lo «psiconano», fuori dal Parlamento. Ma fu anche lui che contribuì la prima volta a portarcelo, in Parlamento, e alla vigilia della nascita di Forza Italia a fine ’93 il comico annunciò: «Berlusconi lo voglio andare a votare».
Ora eccoli qui, i gemelli diversi. I loro partiti, Forza Italia e 5 Stelle, ieri hanno votato insieme alla Camera emendamenti alla legge di stabilità (che però non sono passati). E allora, uniti su questo Silvio e Beppe, e uniti nella voglia di dare la spallata a Letta, uniti nel desiderio di spegnere il prima possibile il protagonismo di Renzi, uniti (ma Silvio non ha ancora deciso) nell’idea di scatenare l’impeachment contro il presidente Napolitano, uniti nell’andare a cavallo dei Forconi, uniti in vista - ma lì dovranno dividersi perchè puntano al medesimo elettorato - del gran falò delle elezioni europee. Per dirla con più precisione: marciare separati per colpire uniti.
PRANZI E CENE

Alcune settimane fa, Paolo Becchi il professore super-grillino, l’utopista del pentastellismo più estremo, è stato invitato a cena da Daniela Santanchè. Si sono piaciuti (anche se il docente genovese è più simile a don Gallo che a Briatore) e poi, tramite la Pitonessa, Becchi ha incontrato Silvio e Silvio gli ha chiesto di stabilirgli un incontro con Grillo. Il quale, per ora, nicchia. Ma vedersi non serve. La consonanza tra i due grandi comunicatori è nei fatti e nella vocazione. Berlusconi ha anche guardato, con ammirazione, i dvd dei comizi di Grillo riconoscendo in lui «una forza magnetica straordinaria, e mi ricorda quella di qualcuno che conosco» (ossia la propria).
Dovevano prima o poi fare tandem i due guastatori. Non potevano non trovarsi sulla stessa spiaggia (l’ultima?) per prestarsi vicendevolmente le forze e non essere risucchiati nel nullismo di chi sta fuori dai giochi. Già prima dell’uscita del Pdl dalla «strana maggioranza» a sostegno di Letta, e della rinascita di Forza Italia, già inciuciavano berluscones e grillini (nonostante i 5 stelle stessero forzando per far decadere Silvio dal Parlamento) e diversi abboccamenti si sono verificati in Senato tra due avvocati, Ghedini e il pentastelluto Giarrusso, «Se uniamo le forze, a Letta lo facciamo ballare e poi crollare»: parole così, piano di battaglia comune.
NOZZE D’INTERESSE
L’avversione per l’euro è la base di questa unione di fatto pro-tempore. Berlusconi e Ghedini, giorni fa, sono andati a pranzo con l’economista Claudio Borghi e si sono fatti spiegare da lui come si esce dalla moneta unica. Borghi è un super-critico dell’euro, molto seguito anche da Grillo. Quanto a Berlusconi, sta cominciando a pensare a un No-Euro-Day, da celebrare al più presto sulla falsariga dei Vaffa Day. Se arrivasse sul palco anche Beppe, sarebbe il massimo. Ma non accadrà, perchè c’è sempre il problema che sono rivali nello stesso segmento elettorale. Anche se, e qui Berlusconi è più moderato di Grillo, una cosa è criticare l’euro e i burocrati di Bruxelles e un’altra cosa è proporre l’uscita dalla moneta unica. Ma intanto, la doppia guerriglia parlamentare anti-Letta su sta facendo sempre più cruenta, e Grillusconi s’atteggia a vietcong.

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