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Pescara, 16/05/2025
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Data: 13/12/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Corso Vittorio senza auto? Una follia. Commercianti, residenti e pendolari bocciano la pedonalizzazione. Sotto accusa la rotatoria di via Teramo che crea soltanto ingorghi

PESCARA Tutti d'accordo, residenti, pendolari e commercianti, nel bocciare la rotatoria di via Teramo, una delle opere propedutiche alla riqualificazione di corso Vittorio Emanuele. Da quando è stata installato il rondò, il traffico è ulteriormente impazzito, al punto che per gli stessi vigili urbani l'andata e ritorno dal Comando di via del Circuito al Municipio è diventato un calvario, con punte di mezz'ora per percorrere un chilometro scarso. Ai pescaresi, ma non solo a loro, ancora gli girano per i tempi biblici che sono costretti ad aspettare nelle ore di punta. Ma prima che in via Teramo comparisse la rotatoria era trascorso un anno fatto di mugugni e proteste sfociati nel referendum di Confcommercio, che ha registrato il 95% di «no» al progetto. Neanche questo ha fatto desistere l'Amministrazione comunale che, anzi, ha tirato dritto iniziando i lavori prima in via Teramo e poi sulle aree di risulta per la realizzazione della strada alternativa. Solo davanti all'altolà del Tar, che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall'Ascom ha indotto la Giunta a fermarsi per un attimo. Solo davanti al semaforo rosso la Giunta a fermarsi, ieri, infine, c'è stata la retromarcia. Il vice sindaco Berardino Fiorilli ha firmato l'ordinanza per sostituire la rotatoria con uno spartitraffico. Ma il rimedio, segnalano cittadini ed esponenti dell'opposizione, rischia di essere peggiore del male perché se è vero che lo spartitraffico dovrebbe allentare un po' la morsa del traffico, è anche vero che aumentano i rischi per gli automobilisti. «Inutile e dannosa» è il commento più benevolo raccolto in città fra chi in via Teramo vive, ha un'attività lavorativa o ancora fra coloro i quali a Pescara arrivano da fuori e devono in qualche modo passare sotto quella forca caudina. Bocciata dai cittadini e dal Tar, la riqualificazione di corso Vittorio, con gli annessi e connessi di rotatoria e strada alternativa, rischia di saltare completamente. Anche perché l'Amministrazione comunale ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato, ricorso che sarà discusso il 20 marzo contestualmente al contro-ricorso di Confcommercio. Nella migliore delle ipotesi, il Comune potrà riprendere i lavori ad aprile, appena un mese prima delle elezioni, quindi in piena campagna elettorale. Nel nostro giro di orizzonte, sulla stessa linea dei colleghi di via Teramo si schierano quelli di corso Vittorio Emanuele. Nino Bettini (Capecchi Casa), ad esempio, è uno dei più strenui oppositori del progetto: «L'ostinazione del Comune è degna di miglior causa. Abbiamo sempre detto a chi ci amministra che siamo tutti favorevoli ad apportare migliorie su un corso soffocato dallo smog, nessuno è così pazzo da osteggiare un abbellimento della via in cui vive o lavora. Ma abbiamo pure aggiunto che opere questa non si possono fare al buio, senza, cioè, essere sicuri che l'alternativa funzioni. E nessuno ci ha dimostrato che la chiusura, totale o parziale, di corso Vittorio per deviare il traffico sulle aree di risulta, fluidifica la circolazione e avvantaggia le attività commerciali». Con le chiusure a faccia dei negozi registrate nell'ultimo anno, quelli di Confcommercio e di Confesercenti temono che il corso pedonale contribuirà ancora di più a desertificare il centro cittadino. A questo punto, residenti e titolari di attività confidano nei tempi lunghi del ricorsi che costringono l'Amministrazione a bloccare tutti i lavori. Sulle criticità del progetto, Antonio Blasioli (Pd) ha fatto una battaglia sin dal primo momento: «Si tratta della classica pezza a colore. - afferma - Bisognerà, infatti, realizzare un nuovo spartitraffico per le auto che accedono dopo il sottopasso ferroviario posto dinanzi a via del Circuito, così le vetture potranno circumnavigare la rotatoria sia a destra che a sinistra per andare unicamente verso nord. E' innegabile che con questa ordinanza si cercherà di eliminare le file di auto e sicuramente ci sarà un piccolo snellimento, ma non si supera il problema dell'eliminazione della corsia riservata agli autobus e alle ambulanze. Meglio non pensare a cosa può accadere nel caso in cui, venendo da via Del Circuito, si vuole accedere nelle aree di risulta e ci si incrocia con il flusso di traffico che da via De Gasperi transita a destra della rotatoria». Uno scenario apocalittico, quello descritto da Blasioli il quale pone un altro quesito a Fiorilli: «Premesso che il Tar ha sospeso i lavori, ma non ha vietato la rimozione di questa rotatoria, ci chiediamo perché non sia stata smantellata senza aspettare il 20 marzo».

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