«È una posizione antisindacale e reazionaria anche se sono convinto che sia necessaria una legge di moralizzazione della vita sindacale». Giorgio Cremaschi, ex segretario nazionale della Fiom, ora membro del direttivo della Cgil e leader di Rete 28Aprile, la corrente della Cgil, «unica voce di opposizione vera nel sindacato», ci tiene a precisare, non ha alcuna remora nel bocciare l’emendamento del Pd alla legge di Stabilità che vuole tagliare i permessi sindacali.
La proposta di un fedelissimo di Renzi è di fare un drastico taglio dei permessi sindacali pari al 90%, che ne pensa? Un bel cambio di passo per un partito di sinistra.
«Tagliare i permessi sindacali è sbagliato ma sono comunque dell’idea che la vita sindacale vada moralizzata. Sarebbero necessarie tre regole: che i lavoratori possano scegliere chi li rappresenta, che si devono rinnovare le tessere sindacali e che il sindacato deve vivere solo di quelle. I i sindacalisti non devono fare a fine carriera gli assessori, i dirigenti di municipalizzate o di ferrovie. Una moralizzazione è necessaria proprio perchè sta crescendo uno spirito antisindacale che ha una componente reazionaria».
Questo emendamento va di pari passo, sembra, alla fretta con cui il segretario della Cgil Camusso e il leader della Fiom Landini si sono affrettati a manifestare segni di apprezzamento a Renzi. Che fine fa l’autonomia del sindacato?
«La richiesta di tagliare i permessi sindacali fa parte del nuovo volto del Pd, partito di sistema e non di sinistra, che occupa lo spazio di quello che una volta era il pentapartito. Per questo Camusso e Landini vanno alla corte di Renzi. Noi (Rete 28Aprile) siamo l’unica opposizione in Cgil, il sindacato è un’altra cosa. La Cgil non sta facendo il suo mestiere. Siamo contrari al rapporto collaterale tra Cgil e Pd. Servirebbe una Cgil che rompesse con il Pd perchè è il partito delle banche, dell’Europa e del rigore. Dovrebbe mettere in discussione il governo».
Camusso e Landini, secondo indiscrezioni, hanno sottoscritto insieme un documento di maggioranza da presentare al congresso. Ci sarà anche l’alleanza con il Pd?
«Tutte le anime della Cgil sono d’accordo nell’andare avanti così. L’accordo congressuale tra Camusso e Landini è come se D’Alema e Renzi si fossero messi d’accordo di dividersi i posti e non farsi la guerra. Una dei problemi dell’Italia è che manca la protesta del lavoro. La Cgil protesta molto nelle trasmissioni Tv ma basta».
Vuol dire che Camusso e Landini stanno cercando un accordo con Renzi e indirettamente con Letta?
«È vero, Camusso e Landini cercano l’accordo con Renzi. Sono alla ricerca di una legittimazione politica. Vogliono mantenere il rapporto privilegiato con il primo partito di governo. In questi anni siamo stati abituati a vedere persone che partono da sinistra e finiscono nel Palazzo e temo che Landini stia facendo questa evoluzione. Pensano che non sia possibile rompere con le politiche di austerità ma ritengono che al massimo possano essere aggiustate, addomesticate. Sono rimasto molto impressionato dalle parole con cui Camusso ha detto che lo sciopero generale non basta più».
Bisognerebbe scioperare di più?
«L’unico sciopero risale a tre anni fa, quello di 3 ore contro riforma Fornero. Se Cgil avesse proclamato sciopero generale vero sarebbe caduto il governo. Ora invece Cgil e Fiom vanno alla corte di Renzi e questo è inaccettabile per gli iscritti della Cgil perchè Renzi sostiene le politiche di austerità, quindi per un sindacato che vuole tutelare gli interessi dei lavoratori Renzi è un avversario. La loro contrapposizione al governo è finta ed è per questo che vanno tutti e due da Renzi. Cercano la legittimazione del nuovo».