ROMA Banche e Poste premono per accelerare i tempi del coinvolgimento del nuovo partner industriale in Alitalia. Il pressing sarebbe stato il filo conduttore della nuova riunione (si tengono ormai a ritmo settimanale) svoltasi ieri a Palazzo Chigi, alla quale hanno partecipato i vertici di Unicredit, Intesa, Poste - che insieme hanno prestato garanzia per 175 milioni sull’aumento di 300 - oltre a Sergio Erede e ai vertici di Cai. Per migliorare le condizioni e attrarre il nuovo socio, nelle ultime ore sarebbe spuntata la possibilità che le banche, creditrici a breve per 420 milioni, acconsentano a ristrutturare il debito anche tramite parziale write-off: Unicredit è esposto per 185 milioni, Intesa per 90, il resto suddiviso tra Mps e Pop Sondrio. Questa agevolazione potrebbe contribuire ad attrarre Etihad, la compagnia considerata più possibilista, che avrebbe avanzato richieste di miglioramenti finanziari. «Etihad? Vediamo, ci sono diversi partner interessati», ha risposto ieri il ministro Maurizio Lupi circa il vantaggio che avrebbe la compagnia araba. Di sicuro Etihad è nella data room aperta presso Fiumicino e alla quale partecipano anche Aeroflot e Hainan Airlines, il vettore cinese appartenente a Hna, il gruppo interessato anche a una partecipazione nella Roma Calcio.
VERTICE A PALAZZO CHIGI
Il vertice, iniziato alle 19,30 con due ore e mezzo di ritardo, è servito per fare il punto sull’aumento di capitale, ormai in porto, in base al quale verrà rifondata la governance, con l’assemblea di fine anno che voterà il nuovo cda. A questo proposito, l’ipotesi di una presidenza affidata a Domenico Cempella, ex ad di Alitalia dal 1996 al 2000, gradita a Enrico Letta, si starebbe sgonfiando per l’indisponibilità dell’interessato. Per la poltrona di ad, invece, Gabriele Del Torchio avrebbe sostenitori per una conferma. Ma a parte la presidenza e il nuovo cda, Unicredit, Intesa e Poste chiedono al più presto un’alleanza industriale nel timore che - nonostante i 1.900 esuberi, il taglio agli stipendi superiori a 40 mila euro - già ad aprile la società possa restare di nuovo a secco. Nell’ambito della complessa manovra finanziaria, due banche si sono impegnate a concedere 200 milioni freschi, a valle dell’aumento e della nuova governance. Per aprire il rubinetto aspettano, però, che ci siano certezze sui tempi del partner industriale. Quanto al ventilato write-off, obtorto collo le banche sarebbero disponibili a esaminare la proposta a patto che il partner rilevi almeno il 33% di Alitalia.