L’effetto dell’emendamento Lanzillotta sul licenziamento dei dipendenti delle aziende municipalizzate in rosso, è stato quello di un terremoto. La norma che potrebbe aprire le porte dei tagli in aziende come Atac, Ama e Cotral, ha dato una scossa che ha fatto traballare non solo la maggioranza che sostiene il governo, ma ha spaccato il Pd e lo stesso esecutivo. Ieri, in Senato, l’emendamento è stato accantonato. Ed è stato un susseguirsi di riunioni fiume per provare a ricomporre i pezzi. Il primo tentativo è stato del governo. Il ministero dell’Economia ha leggermente limato il testo senza però stravolgerne i contenuti. E a quel punto ha dato il suo parere «positivo» all’approvazione. Questo nonostante il vice ministro del Pd, Stefano Fassina, si sia scagliato contro la norma sui licenziamenti delle municipalizzate capitoline con i conti in rosso, definendola «un intervento ideologico e un colpo durissimo». Proprio all’interno dei democratici si sono registrate le fibrillazioni più intense. Il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, dopo le pressioni della componente romana del partito avrebbe dato indicazioni al suo gruppo di votare contro l’emendamento. Una mossa, tuttavia, non condivisa da tutti, perché avrebbe disconosciuto il lavoro dei senatori della Commissione bilancio che invece, ieri, avevano dato ad ampia maggioranza il via libera all’emendamento Lanzillotta.
LO SCONTRO
Scelta Civica, dal canto suo, non ha nessuna intenzione di mollare. Ieri Benedetto Della Vedova, portavoce politico del partito, ha definito l’emendamento Lanzillotta «ineccepibile». In un quadro del genere arrivare al voto in aula ieri in Senato sarebbe stato rischiosissimo. Sul cosiddetto decreto Salva-Roma in discussione a Palazzo Madama, il governo non ha posto la questione di fiducia. Si va avanti votando norma per norma e sull’emendamento Lanzillotta l’esecutivo avrebbe rischiato di essere bocciato, costringendo lo stesso Enrico Letta ad uno scivolone. Tra i Dem qualcuno, come il deputato Umberto Marroni, avrebbe chiesto l’intervento di Palazzo Chigi e del neo segretario Matteo Renzi. Ma né da Letta e neppure dal Nazareno sono arrivare indicazioni ufficiali. Così si è deciso, per ben due volte nella giornata di ieri, di accantonare la norma. Sarà messa in votazione solo stamattina, nell’attesa di trovare una mediazione che possa andare bene a tutte le componenti della maggioranza. Ma la strada resta in salita.
L’emendamento Lanzillotta ha messo in imbarazzo anche il Movimento Cinque Stelle. I grillini avevano sostenuto la proposta nel voto in Commissione bilancio sottoscrivendola insieme anche alla Lega Nord. Ma le polemiche scoppiate attorno alla cessione di quote del Comune in Acea, avrebbe indotto i senatori del Movimento ad una repentina retromarcia. Se ne riparlerà questa mattina, quando il provvedimento che tra le altre cose contiene la possibilità di aumentare fino all’1,2% l’addizionale Irpef nella Capitale (e proprio per questo ribattezzato Salva-Roma), riprenderà il suo iter.
Sì del ministero cento milioni al Campidoglio per i trasporti
Il disavanzo della sanità del Lazio del 2012 è stato certificato a 613 milioni di euro. La Regione potrà trasferire una parte dell’«extra gettito» - le tasse che abbiamo pagato per il piano di rientro dal debito della sanità - al Campidoglio che li utilizzerà per il trasporto pubblico (li ha previsti nel bilancio 2013). Si tratta di 100 milioni. Questo è emerso ieri sera, al termine della riunione del tavolo di verifica al Ministero dell’Economia e Finanza, al quale ha partecipato Nicola Zingaretti, commissario per la sanità del Lazio. Non c’era invece il subcommissario appena nominato dal Governo, Roberto Botti. Zingaretti: «È stato un tavolo esclusivamente dedicato alla chiusura del bilancio 2012, a gennaio ci sarà la valutazione dei Programmi operativi, quando anche il nuovo subcommissario Botti sarà nel pieno delle sue funzioni. Sulla parte sanitaria c'è la percezione di miglioramenti sui livelli essenziali di assistenza e di una situazione in movimento, così come sul tema della prevenzione, sui quali dobbiamo continuare a lavorare. È stato quindi un importante giro di boa».
Sulla nomina di Botti, però, proseguono le polemiche. Il consigliere regionale del Pd, Riccardo Agostini, ha attaccato: «Ma è vero che erediterà entrambi gli stipendi dei due subcommissari che lo hanno preceduto? Speriamo non sia vero». Intanto, nuova emergenza nella sanità privata. L’Ugl ha denunciato: la Regione intervenga, al San Raffaele sono a rischio stipendi e tredicesime».