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Pescara, 18/12/2025
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Data: 19/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Consiglio, il nodo dell’aeroporto d'Abruzzo. Manovra di bilancio da 31 milioni. Masci: «13 vanno a sanare la questione dei trasporti»

PESCARA I soldi per l'aeroporto da trovare, dopo che la Corte costituzionale ha bocciato il finanziamento da 5,5 milioni deliberato dal Consiglio regionale nel dicembre 2012. E una manovra di bilancio di circa 7 milioni che ha fatto scattare l'assalto alla diligenza. Anche ieri una giornata difficile all'Emiciclo, una seduta caratterizzata da continui rinvii. Basta dire che la seduta, fissata inizialmente per le 11, è stata sposta prima alle 13, poi alle 16, alle 17 e alle 18. C'è da dire che la «botta» di fine anno sull’aeroporto d'Abruzzo ha spiazzato un po' tutti. Il presidente della Saga, Lucio Laureti, non ha usato giri di parole: «Così l'aeroporto rischia di chiudere». Ora bisogna trovare i soldi uscendo dai vincoli dell'Europa, come hanno sentenziato i giudici della Consult. Una strada la indica proprio l'assessore al Bilancio, Carlo Masci, ieri assente perché impegnato a Roma su un'altra delicata partita, quella della sanità: «Purtroppo il condizionamento della Corte costituzionale non concede ampi margini di manovra. Per l'aeroporto si stanno cercando soluzioni sperimentali. Si ragiona su un aumento di capitale». Ma dove si trovano i soldi? Nella maggioranza Chiodi si è aperto il lungo confronto che ha paralizzato i lavori dell'Emiciclo sulle variazioni di bilancio. Una manovra che ammonta complessivamente a circa 31 milioni, 24 dei quali però vincolati proprio dalla Consulta, come spiega ancora Masci: «13 vanno a sanare la questione dei trasporti, 11 ad integrare le economie vincolate: edilizia residenziali, fondi per i commissariamenti, eccetera». La somma reale per un’effettiva manovra finanziaria ammonta dunque a poco più di 7 milioni, già distribuiti sulla carta per i centri di ricerca, l'Enoteca regionale, il Mario Negri Sud, la Fiera di Lanciano e via dicendo: e mentre la legislatura si avvia alla sua scadenza naturale, nessuno intende mollare la presa per raschiare dal fondo del barile i finanziamenti necessari a salvare l'aeroporto.

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